[23,5] Quell'affetto nella lirica che cagiona l'eloquenza, e
abbagliando meno persuade e muove più, e più dolcemente massime nel tenero, non
si trova in nessun lirico, nè antico nè moderno se non nel Petrarca, almeno almeno in quel grado: e Orazio quantunque forse sia superiore
nelle immagini e nelle sentenze, in questo affetto ed eloquenza e copia non può
pur venire al paragone col Petrarca: il
cui stile ha in oltre (io non parlo qui solo delle canzoni amorose ma anche
singolarmente e nominatamente delle tre liriche: O aspettata in ciel beata e
bella, Spirto gentil che quelle membra reggi,
Italia
mia ec.) ha una semplicità e candidezza sua propria, che
però si piega e si accomoda mirabilmente alla nobiltà e magnificenza del dire,
(come in quel: Pon mente
al temerario ardir di Serse
ec.
*
) così in tutto il corpo e continuatamente, come nelle
varie parti e in quelle dove egli si alza a maggior sublimità e nobiltà che per
l'ordinario: si piega alle sentenze (come in quel: Rade volte addivien che a l'alte
imprese
*
ec.) quantunque di quelle spiccate non n'abbia
gran fatto in quelle tre canzoni: si piega ottimamente alle immagini delle quali
le tre canzoni abbondano e sono innestate nello stile e formanti il sangue di
esso ec. (come: Al qual
come si legge, Mario aperse sì
'l fianco
*
ec. Di lor vene ove il nostro ferro mise
*
ec.
Le man le avess'io
avvolte entro i capegli
*
ec.)
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35. Eloquenza della lirica riconosciuta nel , anteposto per questa parte a e a tutti gli altri. Copia, semplicità e familiarità, e generalmente indole dello stile del . (varia_filosofia) (1)
. (1827) (1)
Lirica. (1827) (1)