[24,2] Il Filicaia va dietro al sublime e anche l'arriva, ma parlando sempre di
cose della nostra Religione ha tolto a imitare quel sommo sublime della scrittura, e per questo sommo sublime si fa
pregiare, che del resto, quando o non lo cerca o non lo arriva, non ha quasi
cosa ch'esca gran fatto dall'ordinario, non ha punto di leggiadria mai, non ha
in nessun modo la varietà del Testi ec. Ma anche dove ha quel sommo sublime di
stile simile allo scritturale e profetico, non è molto piacevole per cagione
della monotonia delle sue Canzoni e perchè {le impressioni di} quel sommo sublime essendo troppo veementi non
possono durar gran tempo e si spengono, e il lettore ci si assuefà, sì che con
quella monotonia, viene a rendersi il sublime inefficace, e le odi
stucchevolucce. Le migliori sono quelle per l'assedio e la liberazione di
Vienna, e tra queste a mio giudizio quella che
incomincia Le corde
d'oro elette
*
. Sono anche queste macchiate qua e là del
seicentismo. Le parole, locuzioni, metafore prosaiche non mancano, come quello:
a tua Pietà
m'appello
*
della 1. Canzone, e nella seconda: E al tuo soldo arrolata è
la vittoria
*
.
[26,2] Che il Filicaja seguisse lo stile profetico (così
appunto dicevano quei due che ora citerò) lo
scrive anche il Redi nelle sue
lettere, e similmente del Guidi dice il Crescimbeni nella sua Vita che
quantunque paia come il Chiabrera,
aver bevuto ai fonti greci, nondimeno .. molto sembra aver preso
dall'Ebraico; talchè la sua apparenza ha assai più del Profetico che
del Pindarico,
*
27 e soggiunge che in un certo libro si dice di lui che
da alcune forme di Dante, e del Chiabrera accoppiate con certi modi
delle Orientali favelle ha preso il suo
stile.
*
E aggiunge egli {subito}: E questa senza fallo è la cagione, per la
quale vien dato al carattere del Guidi il pregio di nuovo nel nostro
Idioma.
*
E finalmente riferisce l'intenzione dello
stesso Guidi, intesa dalla di lui
stessa bocca da esso Crescimbeni, e
massime rispetto alla traduzione delle sei Omelie che il Guidi fece per lasciare a' posteri almeno in ombra l'imitazione
totale
*
del carattere profetico anche rispetto agli argomenti; cioè un genere di
Poesia sacra, che si vedesse trattata col gusto Davidico, e con
l'entusiasmo de' Profeti.
*
[28,3] Dei quattro lirici ch'io ho mentovati di sopra oltre il
Manfredi e il Zappi che sono di un'altra classe, mentre questi
appartengono a quella de' Pindarici e Alcaici e Simonidei ed Oraziani, ossia
Eroici e Morali principalmente, io do il primo luogo al Chiabrera, il secondo al Testi de' quali se avessero avuto più studio e più
fino gusto, e giudizio più squisito quegli avrebbe potuto essere effettivamente
il Pindaro, e questi effettivamente
l'Orazio italiano. Tra il Filicaja e il Guidi non so a chi dare la preferenza; mi basta che
tutti e due sieno gli ultimi e a gran distanza degli altri due, mentre, secondo
me, quando anche fossero stati in tempi migliori, non aveano elementi di lirici
più che mediocri anzi forse non si sarebbero levati a quella fama ch'ebbero e in
parte hanno.
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