[2259,1] Per qual cagione le donne sono ordinariamente
maliziose, furbe, raggiratrici, ingannatrici, astute, impostore, e nella
galanteria, e nella devozione, e in tutto ciò che imprendono, e in qualunque
carriera si mettono? Perchè acquistano così presto e l'inclinazione e l'arte
d'ingannare, dissimulare, fingere, cogliere le occasioni ec. ec.? Perchè
l'astuzia di una donna di mediocre talento e pratica di mondo, vince bene spesso
l'arte e la furberia dell'uomo il più capace per natura e per esercizio?
Crediamo noi che l'ingegno delle donne sia naturalmente e meccanicamente
disposto ad amare, e facilmente acquistare queste qualità, a differenza dello
spirito degli uomini? Crediamo noi che queste facoltà (poichè sono pur facoltà)
sieno ingenerate nelle femmine più che ne' maschi, e proprie della
2260 natura donnesca? Non già. Lo spirito naturale e
primitivo delle donne, non ha nè vestigio alcuno di tali facoltà, nè
disposizione ad acquistarle, maggiore per nessun grado di quella che ne abbiano
gli uomini. Ma la facilità e la perfezione con cui esse le acquistano, non viene
da altra cagione che dalla loro natural debolezza, e inferiorità di forze a
quelle degli uomini, e dal non poter esse sperare se non dall'arte e
dall'astuzia essendo inferiori nella forza, ed inferiori ancora ne' diritti che
la legge e il costume comparte fra gli uomini e le donne. Questo è tutto ciò che
v'ha di naturale e d'innato nel carattere malizioso delle femmine: vale a dire
che nè questo carattere, nè alcuna particolar disposizione ad acquistarlo esiste
nella natura donnesca, ma solo una qualità, una circostanza che la proccura,
affatto estranea al talento, all'indole dello spirito, al meccanismo
dell'ingegno e dell'animo. Infatti ponete le donne in altre circostanze;
2261 vale a dire fate o ch'esse non sieno mai entrate a
dirittura in verun genere di società, massimamente cogli uomini, o che le leggi
{e i costumi} non sottopongano la loro condizione a
quella de' maschi (come accadeva primitivamente, e come accade forse anche oggi
in qualche paese barbaro), o che dette leggi e costumi le favoriscano alquanto
più, o le mettano anche al di sopra degli uomini (come so di un paese dov'elle
son tenute per esseri sacri), o che esse generalmente per qualche circostanza
(come si raccontava del paese delle amazzoni ec.), o individualmente sieno o
uguali o superiori agli uomini con cui trattano, per forze o corporali, o
intellettuali, naturali o acquisite, per ricchezze, per rango, per nascita ec.
ec. e troverete la loro arte ed astuzia o nulla, o poca, o non superiore o
inferiore ancora a quella degli uomini, almeno di quelli con cui hanno a fare; o
certo proporzionatamente, e secondo la qualità di dette circostanze, minore di
quella delle altre donne,
2262 poste nelle circostanze
contrarie, ancorchè meno ingegnose, e meno cattive ec. L'esperienza quotidiana
lo dimostra. Nè solo nelle donne, ma anche negli uomini, o deboli, o poveri,
{o brutti, o difettosi,} o non colti, o inferiori
per qualunque verso agli altri con cui trattano, come sono i cortigiani avvezzi
a trattare con superiori, e però sempre furbi, e ingannatori, e simulatori ec.
Nè solo degli uomini, ma delle nazioni intere (come quelle soggette al
dispotismo), delle città o provincie, delle famiglie, ec. lo dimostra la storia,
i viaggi ec. ec. E cambiate le circostanze e i tempi quella stessa nazione o
città o individuo maschio o femmina, perde, minora, acquista, accresce l'astuzia
e la doppiezza, che si credono proprie del loro carattere, quando si osservano
superficialmente. I selvaggi ordinariamente son doppi, impostori, finti verso
gli stranieri più forti di loro fisicamente o moralmente. Ed osservate che la
furberia è propria dell'ingegno. Ora ell'è spessissimo maggiore appunto in chi
ha svantaggio
2263 dagli altri per ingegno o coltura ed
esercizio di esso. {+(Così nelle donne in
genere, meno colte degli uomini, negl'individui maschi o femmine, plebei,
mal educati ec. ne' selvaggi rispetto ai civilizzati ec.)} Qual prova
maggiore e più chiara che l'ingegno complessivamente preso, e ciascuna sua
facoltà, non sono opera se non delle circostanze, quando si vede che la stessa
circostanza dell'aver poco ingegno, proccura ad esso ingegno una facoltà (tutta
propria di esso), che maggiori ingegni non hanno, o in minor grado? (19.
Dic. 1821.).
[3945,1]
Alla p. 3923
marg. Similmente i gran talenti di rado si trovano in corpi forti. In
parità di circostanze e d'altro, i più deboli son più furbi de' più forti, anche
per naturale disposizion fisica, non considerando le abitudini ec. di cui
altrove in proposito delle donne pp. 2259-63
pp.
3765-68. Difficilmente si troverà gran furberia in uomo pingue (se la
pinguedine non gli è malattia ed accidente ec.) ancorchè esercitato in tutto
quello che più favorisce e più richiede furberia. Neanche gran talento nè fino
in un corpo grosso, e meno in corpo pingue ec. ec. Le diversità de' talenti si
conoscono in gran parte e sogliono corrispondere, non solo alle varie
conformazioni e disposizioni del cranio ec. interiori o esteriori ec. ma
eziandio del resto della persona in genere, e di parecchie sue parti in
particolare. Queste osservazioni si applichino alla materia del pensiero precedente. (6. Dec.
1823.).