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Ideologia.

Ideology.

1608,1 2335,1 2707-8

[1608,1]  L'ideologia comprende i principii di tutte le scienze e cognizioni, e segnatamente della scienza della lingua. Ma vicendevolmente si può dire che la scienza della lingua comprende tutta l'ideologia. (2. Sett. 1821.).

[2335,1]  La metafisica senza l'ideologia, è quasi appunto quello ch'era l'Astronomia prima che fosse applicata alla matematica. Scienza incertissima, frivola, inesatta, volgarissima, o piena di sogni e di congetture senz'appoggio. E molto più la metafisica che l'astronomia. Nè molto minor certezza ed esattezza riceve la metafisica dall'ideologia che l'astronomia dalla matematica, dal calcolo ec. (7. Gen. 1822.)

[2705,3]  È pur doloroso che i filosofi e le persone che cercano di essere utili o all'umanità o alle nazioni, sieno obbligate a spendere nel distruggere un errore o nello spiantare un abuso quel tempo che avrebbono potuto dispensare nell'insegnare o propagare una nuova verità, o nell'introdurre o divulgare una buona usanza. E veramente a prima vista può parer poco degno di un grande  2706 intelletto, e poco utile, o se non altro, di seconda o terza classe nell'ordine de' libri utili, un libro, tutta la cui utilità si riduca a distruggere uno o più errori. (Tali sono p. e. i due Trattati di Perticari, e tutta la Proposta di Monti). Ma se guarderemo più sottilmente, troveremo che i progressi dello spirito umano, e di ciascuno individuo in particolare, consistono la più parte nell'avvedersi de' suoi errori passati. E le grandi scoperte per lo più non sono altro che scoperte di grandi errori, i quali se non fossero stati, nè quelle (che si chiamano, scoperte di grandi verità) avrebbero avuto luogo, nè i filosofi che le fecero avrebbero alcuna fama. Così dico delle grandi utilità recate ai costumi, alle usanze ec. Non sono, per lo più, altro se non correzioni di grandi abusi. Lo spirito umano è tutto pieno di errori, la vita umana di male usanze. La maggiore e la principal parte delle utilità che si possono recare agli uomini, consiste nel disingannarli e nel correggerli, piuttosto che nell'insegnare  2707 e nel bene accostumare, benchè quelle operazioni bene spesso, anzi ordinariamente, ricevano il nome di queste. La maggior parte de' libri, chiamati universalmente utili, antichi o moderni, non lo sono e non lo furono, se non perchè distrussero o distruggono errori, gastigarono o gastigano abusi. In somma la loro utilità non consiste per lo più nel porre, ma nel togliere, o dagl'intelletti o dalla vita. Grandissima parte de' nostri errori scoperti o da scoprirsi, sono o furono così naturali, così universali, così segreti, così propri del comune modo di vedere, che a scoprirli si richiedeva o si richiede un'altissima sapienza, una somma finezza e acutezza d'ingegno, una vastissima dottrina, insomma un gran genio. Qual è la principale scoperta di Locke, se non la falsità delle idee innate? Ma qual perspicacia d'intelletto, qual profondità ed assiduità di osservazione, qual sottigliezza di raziocinio non era  2708 necessaria ad avvedersi di questo inganno degli uomini, universalissimo, naturalissimo, antichissimo, anzi nato nel genere umano, e sempre nascente in ciascuno individuo, insieme colle prime riflessioni del pensiero sopra se stesso, e col primo uso della logica? E pure che infinita catena di errori nascevano da questo principio! Grandissima parte de' quali ancor vive, e negli stessi filosofi, ancorchè il principio sia distrutto. Ma le conseguenze di questa distruzione, sono ancora pochissimo conosciute (rispetto alla loro ampiezza e moltiplicità), e i grandi progressi che dee fare lo spirito umano in séguito e in virtù di questa distruzione, non debbono consistere essi medesimi in altro che in seguitare a distruggere.