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Stima di se stesso. È in ragione inversa della stima che uno ha della sua scienza, professione ec.

Self-esteem. It is in inverse proportion to the esteem one has for one's science, profession, etc.

4285,5

Stima di se stesso. In chi è famoso, e lo merita, ella è sempre minore che negli altri verso lui.

Self-esteem. In those famous and deserving of their fame, it is always less than the esteem from others.

4062,1

Stima di se stesso. Bisogno che ne sentono anche i più vili.

Self-esteem. Even the meanest of characters need it.

3480,1

Persone di compagnia durevolmente piacevole, non sono altro che quelle la cui stima ci par valere il pregio di essere proccurata e accresciuta continuamente.

People of lastingly pleasant company are those whose esteem we believe worthy of gaining and increasing continously.

4294,5

[4285,5]  L'amore e la stima che un letterato porta alla letteratura, o uno scienziato alla sua scienza, sono il più delle volte in ragione inversa dell'amore e della stima che il letterato o lo scienziato porta a se stesso. (Firenze. 5. Luglio. 1827.).

[4062,1]   4062 Chiunque gode molta fama e la merita, è stimato più dagli altri che da se stesso. E così tutti quei che già furono, e lasciarono {degnamente} agli uomini la lor gloria, sono più stimati che essi non si stimarono. (7. Apr. 1824.).

[3480,1]  Io notava un vecchio ributtantemente egoista, compiacersi di parlare di certi suoi piccolissimi sacrifizi e sofferenze volontarie (vere o false ch'elle fossero, e volontarie veramente o no), e farlo con una certa quasi verecondia, che ben dimostrava, massime a chi conoscesse il carattere della persona, lui essere persuaso di fare e sostener cose eroiche, e che quei sacrifizi e patimenti dimostrassero in lui una gran superiorità d'animo, e rinunzia di se stesso e del suo amor proprio. Egli aveva ben caro che così paresse agli  3481 altri, e a questo fine ne parlava, ma dava bene ad intendere che tale si era infatti la sua propria opinione. Tanto poteva in un animo il più radicato nel più schietto e completo egoismo, intollerante d'ogni menomo incomodo, e capace di sacrificar chi e che che sia ad una sua menoma comodità; tanto poteva, dico, in un animo qual esso era infatti, e di più totalmente inerte, solitario, e segregato affatto dalla società, il desiderio di parere sì agli occhi altrui, sì ancora a' suoi propri, capace di grandi sacrifizi, superiore all'amor proprio, il contrario di egoista, ed insomma eroe. E tanto è vero che non si trova quasi uomo così impudentemente e perfettamente egoista nel fatto, che non desideri grandemente di comparire almeno a se stesso, e non si persuada effettivamente, e non si compiaccia sommamente dell'opinione di essere un eroe. Perocchè a tutti è grato il fare stima di se, e si può esser certi che tutti, o in un modo o nell'altro, si stimano, e grandemente, e così continuamente come e' si amano, che vuol dir tuttafiata, senza intervallo alcuno,  3482 benchè la stima di se stesso (come anche l'amore, secondo che altrove s'è dimostrato pp. 2488-92 ) abbia in un medesimo individuo ora il più ora il manco, secondo diverse circostanze e cagioni. Del resto puoi vedere la {pag. {124}.} 3108-9. e pp. 3167-9. {+Questo che io dico dei vecchi {egoisti} si può applicare ai fanciulli, egoisti estremi, ignari ancora dell'eroismo, perchè niuno gliene ha parlato, e nondimeno vaghi di molte piccole glorie, come di star male o di farlo credere, perchè si parli di loro nella famiglia, e per aver qualche somiglianza cogli adulti, alla quale aspirano generalmente e continuamente in mille cose, solo per vanità o vogliamo dire ambizione ec. V. l'Alfieri di sè che facea gli esercizi militari da piccolo.} (20. Sett. vigilia della Festa di Maria Santissima Addolorata. 1823.).

[4294,5]  persone la cui compagnia {e conversazione} ci piaccia durevolmente, e si usi volentieri con  4295 frequenza e lunghezza, non sono in sostanza, e non possono essere altre che quelle dalle quali giudichiamo che vaglia la pena di sforzarci e adoperarci d'essere stimate, e stimate ogni giorno più. Perciò la compagnia {e conversazione} delle donne non può esser durevolmente piacevole, se esse non sono o non si rendono tali da rendere durevolmente pregiabile e desiderabile la loro stima. (Firenze. Domenica 14. Ottobre. 1827.). {{
Fin qui si stende l'Indice di questo zibaldone di
Pensieri
cominciato agli 11 Luglio, e finito ai 14 ottobre del 1827. in Firenze.}}