[269,1] La pura bellezza risultante da un'esatta e regolare
convenienza, desta di rado le grandi passioni (come dice Montesquieu), per lo stesso motivo per cui la ragione è
infinitamente meno forte ed efficace della natura. Quella bellezza è come una
ragione, perciò non suppone vita nè calore, sia in se medesima, sia in chi la
riguarda. Al contrario un volto o una persona difettosa ma viva, graziosa ec.
{o fornita di un animo capriccioso, sensibile ec.}
sorprende, riscalda, affetta e tocca il capriccio di chi la riguarda, senza
regola, senza esattezza, senza ragione ec. ec. e così le grandi passioni nascono
per lo più dal capriccio, {dallo straordinario ec.} e
non si ponno giustificare colla ragione. (10. 8.bre 1820.).
[270,2] La semplice bellezza rispetto alla grazia ec. è nella
categoria del bello, quello ch'è la ragione rispetto alla natura nel sistema
delle cose umane. Questa considerazione può applicarsi a spiegare l'arcana
natura e gli effetti della grazia.
[1529,2]
Alla p. 1513.
fine. Questo ch'io dico, che la bellezza umana, massime della
fisonomia, è inseparabile e deriva principalmente dalla significazione, che
niente ha che fare col bello, si può vedere ancora ne' diversi atteggiamenti di
una persona o {di} un volto, più o meno animati ed
espressivi, e significatori di cose più o meno piacevoli, o viceversa; secondo
le quali differenze, una stessa persona, par bella e brutta, più e meno bella o
brutta.
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