20. Sublimità poetica della Bibbia paragonata con quella de' classici poeti profani.
Poetic sublimity of the Bible compared to that of the profane classical poets.
13[13,1]
13 Non credo che siano molto da ascoltare quelli che
credono che certi passi sublimi della Bibbia avanzino ogni altro passo sublime
di qualsivoglia autore; e lo provano colla grandezza materiale dell'imagine; p.
e. dicono, il misurare le acque colla mano e pesare i cieli colla palma, (Is. 40.
12.) è ben più che scagliar la folgore dall'alto di
Ato e di Rodope e riempier di
spavento i cuori de' mortali, crollar l'olimpo
coll'accennar del Capo, ec. ec. Senza dubbio non si può dir niente di Dio che
non sia infinitamente al di sotto del vero, {e però} la
Bibbia (e la Bibbia molto meno che qualunque altro) non dice mai cosa che
appetto al vero non sia strapiccolissima, e pure io ardirò di affermare che
quelle tali espressioni della Bibbia, nella poesia umana sono
esagerazioni, e che in essa poesia vale assolutamente più in rigore di pregio
poetico, quel Giove accennante col capo
e scuotente l'Olimpo; quel Nettuno che in quattro passi traversa provincie; quel
grido di Marte ferito che pareggia il
grido di diecimila combattenti e d'improvviso atterrisce ambedue gli eserciti,
Greco e troiano; (Il. 5) quella caduta dello stesso Dio che disteso occupa
sette iugeri di terreno; (Il. 21. 407.) di quelle tante imagini sublimissime della
Bibbia, perchè nella poesia umana ci vuole il
mezzo dappertutto, il mezzo, che è il gran luogo di verità e di natura, e che nè
anche col vero si dee oltrepassare: e il sublime dee scuotere fortemente il
lettore, ma non subbissarlo con cose che oltrepassino la capacità nostra. E
questo della poesia umana. Ma la poesia divina come la scrittura, dee veramente
subbissare e oltrepassare la capacità umana, e però quelle imagini (essendo poi
per se stesse lontanissime dall'essere esagerate) convengono ottimamente a
questa sorta di poesia tutta essenzialissimamente diversa dalla nostra; e però
da noi non imitanda senza colpa poetica. Del resto, io dico bene che quelle
imagini convengono a quella poesia, ma non già credo come dicono alcuni, che
esse più tosto che al gusto orientale, si debbano al più vivamente sentire la
maestà divina che faceano i lirici Ebrei: (Borgno
Diss. sopra i Sepolcri
del Foscolo
Milano 1813. p. 86. nota (1.)) che per esser
subito persuasi del contrario basta osservare i luoghi della Bibbia dove non si
parla di Dio nè di cose affatto sublimi, come p. e. tutta la Cantica dove
anzi si parla di amore e cose delicate, e pure vi si vedono le stesse metaforone
e traslatoni e cose eccessive: però veramente e assolutamente derivate dal gusto
orientale, a cui tuttavia non negherò che l'ispirazione così poetica come divina
non accrescesse forza quanto alle imagini e frasi dette di sopra ec.