[1158,2] Parimente la lingua italiana antica, quella lingua
de' trecentisti, che quanto alla dolcezza e leggiadria non ha pari in nessun
altro secolo, non
1159 solo non isfugge il concorso
delle vocali, ma lo ama. Proprietà che la nostra lingua è venuta perdendo appoco
appoco, quanto più s'è allontanata dalla condizione primitiva; e che oggi non
solo dal massimo numero degli scrittori cioè da quelli di poca vaglia, ma da più
eleganti, è per lo più sfuggita come vizio, e come causa di brutto e duro suono,
in luogo di dolcezza o di grazia. {+Massimamente però gli scrittori più triviali (dico quanto alla lingua e lo
stile), o affettati o no, di questo e de' due ultimi secoli, par ch'abbiano
una somma paura che due o più vocali s'incontrino, e storcono le parole in
mille maniere per evitare questo disastro.}
Cinquecentisti. Trecentisti, ec.