[1184,1] Il fanciullo quando nasce non ha veruna idea del
quali sieno e debbano essere le forme dell'uomo: {(eccetto
per quello ch'ei sente materialmente e può concepire delle sue proprie
membra e parti, mediante l'esperienza de' sensi.)}
{+(Ma se egli non ha l'idea di dette
forme, e questo è costante presso tutti gl'ideologi, come potrà averla della
loro bellezza? Come potrà aver l'idea della qualità, non avendo quella del
soggetto? E così discorrete di tutti gli altri oggetti suscettibili di
bellezza, di nessuno de' quali il fanciullo ha idea innata. Come dunque
potrà avere idea della bellezza, prima di aver la menoma idea di quelle cose
che ponno esser belle? Poniamo un essere non soltanto possibile, ma reale, e
che noi pur sappiamo ch'esista, senza però conoscerlo in altro conto. Che
idea abbiamo noi della sua bellezza o bruttezza? Ma se è assolutamente ignoto quel bello e
quel brutto che appartiene a forme ignote ec., dunque il bello non è
assoluto.)} L'acquista però ben presto col vedere {toccare ec.} E vedendo p. e. in tutte le persone che lo circondano,
il naso o la bocca di quella tal misura che noi chiamiamo proporzionata, si
forma necessariamente e naturalmente l'idea che quella tal parte dell'uomo sia e
debba essere di quella tal misura. Ecco subito l'idea di una proporzione non
assoluta, ma relativa; idea non innata, ma acquisita, non derivata
1185 dalla natura nè dall'essenza delle cose, nè da un
tipo e da una nozione preesistente nel suo intelletto, nè da un ordine
necessario, ma dall'assuefazione del senso della vista circa quel tale oggetto,
e dall'arbitrio della natura che ha fatto realmente la maggior parte degli
uomini in quel tal modo.
1311,3