[120,1] Nelle repubbliche le cagioni degli avvenimenti
appresso a poco erano manifeste, si pubblicavano le orazioni che aveano indotto
il popolo o il consiglio a venire in quella tal deliberazione, le ambascerie si
eseguivano in pubblico, ec. e poi dovendosi tutto fare colla moltitudine le
parole e le azioni erano palesi, ed essendoci molti di egual potere, ciascuno
era intento a scoprire i motivi e i fini dell'altro e tutto si divulgava. Vedete
p. e. le lettere di Cicerone che contengono quasi {tutta}
la storia di quei tempi. Ma ora che il potere è ridotto in pochissimi, si vedono
gli avvenimenti e non si sanno i motivi, e il mondo è come quelle macchine che
si muovono per molle occulte, o quelle statue fatte camminare da persone
nascostevi dentro. E il mondo umano è divenuto come il naturale, bisogna
studiare gli avvenimenti come si studiano i fenomeni, e immaginare le forze
motrici andando tastoni come i fisici. Dal che si può vedere quanto sia scemata
l'utilità della storia. V. Montesquieu l. c. ch. 13. fine. {{V. p. 709. capoverso 1.}}