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[1278,1]  Tornando al proposito, ed oggi, e da lungo tempo, questa medesima lettera greca y, non per altro introdotta nell'alfabeto latino che per rappresentare l'υ greco, ed esprimere il suono della u francese,  1279 non si pronunzia in esso alfabeto nè in essa lingua, se non come i semplice. Così pure nello spagnuolo e nel francese, quando non è trasformato in i anche nella scrittura, come sempre lo è nella nostra lingua. E notate che in dette due lingue l'y si pronunzia i anche in parole {e nomi propri ec.} non derivati dal latino, {o che in latino non avevano detta lettera, o anche avevano l'i in sua vece. E l'y e l'i si scambiano a ogni tratto nella scrittura spagnuola e francese, massime in quelle non affatto moderne, giacchè oggi l'ortografia è più determinata.} {+(I francesi scrivono Sylvain pronunziando Silvain. V. anche il Diz. Spagnuolo in Syl.)} Notate ancora che i francesi conservano l'u gallico, e pure pronunziano l'y per i. Dal che apparisce che questa lettera grecolatina, perdè affatto e universalmente il suo primo suono, e cangiossi in i, come l'υ presso i greci. Ed è naturale l'affinità scambievole dell'i e dell'u, le più esili delle nostre vocali. V. p. 2152. fine. Infatti il suono della u francese o Lombarda (il Forcellini la chiama Bergamasca) partecipa della i come della u. E quegli stessi greci che pronunziavano il loro υ come i francesi la u, lo consideravano come una i piuttosto che come una u; voglio dire come una specie o inflessione ec. della i. Giacchè nel loro alfabeto lo chiamavano ὑψιλόν (come noi diciamo pure alla greca ipsilon) cioè υ tenue. Ora questo aggiunto di tenue non gli è dato ad altro oggetto che di distinzione, come l'ε si chiama parimente ἐψιλόν per distinguerlo dall'ἦτα. Ma i greci non hanno nel loro alfabeto altra u da cui bisognasse distinguere questo υ; bensì hanno un'altra i cioè l'ἰῶτα.