[1409,1] Non basta. La natura benchè uniforme nel principale
ed essenziale, varia in moltissime cose accidentali (ma considerabilissime)
secondo le razze, i climi, i tempi, le circostanze. L'Etiope differisce dal
Bianco. Il gusto della scrittura orientale differisce dall'Europeo. Quello de'
Bardi da quello de' greci. Quello de' settentrionali moderni da quello de'
meridionali; quello degl'italiani ec. da quello de' francesi. E ciascuno di
questi, essendo conforme alla natura rispettiva, è buono per ciascuno dei detti
popoli ec.
1410 cattivo per gli altri; e produce in
ciascuno di essi quell'effetto, che produrrà in un altro popolo un gusto (almeno
in molte parti) contrario, il quale viceversa parrebbe e pare cattivo a
quell'altro popolo, tempo ec. Chi ha ragione? Quale di questi gusti, anzi di
queste nature, merita la preferenza? In ogni caso potrà piuttosto darsi la
preferenza a questa o quella natura, che a questo o quel gusto, il quale da che
è naturale, non solo è buono, ma se fosse conforme a un'altra natura, sarebbe
cattivo, e non durevole presso quel popolo; come non ha durato nella poesia ec.
inglese, il gusto francese. E il Catone
di Addisson si stima e non piace in
inghilterra; e quello che per lungo tempo non piace
(e forse non ha mai piaciuto) ad un'intera nazione, non è bello, relativamente a
lei; ed in quanto è fatto per lei, è dunque brutto; benchè piaccia ad altre
nazioni.