[1592,1] E non è maraviglioso lo stato presente dei greci?
Non si distinguono più le razze gote, longobarde ec. dalle italiane, nè le
franche dalle celtiche o romane, nè le moresche dalle spagnuole. Le lingue sono
pur confuse in questi paesi ec. Non si discernono mai gli Arabi da' Persiani
nella Persia, la religione Araba v'è stabilita
universalmente, la lingua Persiana tutta mista d'arabesco. Le razze e le
costumanze tartare si vengono di mano in mano confondendo nella
China colle razze e costumanze cinesi. Ma i greci non
sono divenuti mai turchi, nè i turchi greci. Due religioni, due lingue, due
maniere di costumi e di usanze, d'inclinazioni e di carattere ec. due nazioni
insomma {+totalmente difformi}
convivono in un paese dove l'una è tuttavia forestiera benchè signora,
1593 l'altra ancora indigena benchè schiava. E se i
costumi greci, e quindi la lingua sono cambiati da quelli di prima, questo
cambiamento deriva piuttosto dal tempo, e da altre circostanze inevitabilmente
alteranti, che dal commercio giornaliero con una nazione straniera. La presente
modificazione de' costumi e dell'indole greca, è quasi affatto indipendente da'
costumi e dall'indole turca: e il tempo le ha piuttosto levato che aggiunto
nulla. L'odierna rivoluzione della grecia, alla
quale prendono parte i greci di quasi tutti i paesi i più segregati; la quale ha
riunito {una} nazione {schiava} in maniera da renderla formidabile ec. ec. dimostra qual sia
lo spirito nazionale dei greci, la ricordanza e la tenacità delle cose loro,
{+l'unione singolarissima fra
gl'individui di un popolo schiavo,} l'odio che portano a quello
straniero con cui e sotto cui vivono da sì gran tempo, {+l'odio nazionale insomma inseparabile dall'amor
nazionale, e fonte di vita ec. (v. p.
1606. capoverso 1.)} L'affare di
Parga ec. fa pure al proposito. (30. Agos.
1821.).