[161,1] In proposito di quello che ho detto p. 145. osservate come infatti
l'eloquenza {vera} non abbia fiorito mai se non quando
ha avuto il popolo per uditore. Intendo un popolo padrone di se, e non servo, un
popolo vivo e non un popolo morto, sia per la sua condizione in genere, sia in
quella tal congiuntura, come alle nostre prediche il popolo non è vivo, non ha
azione ec. ec. Oltre che il soggetto delle prediche non ha il movimento,
l'azione, la vita necessarie alla grande eloquenza, e perciò quella del pergamo,
quando anche sia somma e perfetta, è tutt'altra eloquenza che l'antica, e forma
162 un genere a parte. Del resto appena le
repubbliche e la libertà si sono spente, le assemblee, le società, i tribunali,
le corti, non hanno mai sentito la vera eloquenza, non essendo uditorii capaci
di suscitarla. E questo probabilmente è uno de' motivi per cui la
repubblica di Venezia non ha avuto mai eloquenza, perch'era una
repubblica aristocratica e non democratica. Vedete quello che dice Cic.
nell'orazione per
Deiotaro capo 2.