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[1812,2]  Tutto ciò dimostra che la lingua francese, la quale ha dalla sua prima formazione rinunziato alle sue ricchezze antiche,  1813 e a tutto ciò che fosse rimoto dall'uso volgare, e segue a rinunziarvi tutto giorno, onde oggi non possiede neppur quello che possedevano gli scrittori del primo tempo dell'Accademia, e del secolo di Luigi 14. deve necessariamente esser poco suscettibile di eleganza, e soprattutto priva di lingua poetica, non avendo quasi parola, frase, forma che non sia necessaria all'uso quotidiano del discorso, o della scrittura in prosa, {o che non abbia luogo frequentemente in detto uso;} e quindi non potendo assolutamente elevarsi al disopra del parlar comune. Quindi lo stile della poesia francese non si diversifica (eccetto alcune poche, {uniformi, rare,} e timide inversioni, {+e l'uso della misura (ben plebea e pedestre) e delle rime,)} dal discorso giornaliero e dalla prosa; e talvolta è propriamente ridicolo a vedere imagini e sentenze e affetti sublimi, e rimoti o dall'opinione o dall'uso volgare, e superiori al comune modo ec. di pensare, espressi ne' versi francesi al modo che si esprimerebbe una dimostrazione geometrica, o si direbbe una facezia in conversazione; giacchè in ambedue queste occasioni,  1814 come in tutte le altre, la lingua francese è appresso a poco la stessa.