[1889,1] Questa riforma era naturalissima nella
Francia a differenza di tutte le altre nazioni. Lo
spirito di società che costituisce tutto il carattere, tutta la vita de'
francesi; come forma l'indole de' loro costumi, così necessariamente quello
della loro lingua in ciascun tempo. Ora essendo effetto naturale di detto
spirito, l'uniformare gli uomini, ed uniformando i costumi, uniformare
inseparabilmente la lingua, è naturale ancora che questa uniformità s'intenda
ristretta agli uomini che di mano in mano sono, e non a quelli che furono. Ond'è
che il francese vuole e dee vivere e parlare come vivono e parlano i suoi
nazionali moderni e presenti, non come i suoi nazionali antichi, nel qual caso,
egli differirebbe dai presenti, peccato mortale per un francese, e qualità
incompatibile collo spirito di società, in quanto egli è tale, in qualsivoglia
nazione. Così che la riforma della lingua francese, dovendo introdurre
l'uniformità, non
1890 poteva non iscartare tutto
l'antico, {+(siccome difforme dal
moderno)} tutto ciò che non fosse in presente e corrente uso, ancorchè
buonissimo e bellissimo, tutta l'autorità di qualunque scrittore che non fosse
moderno; giacchè non poteva uniformare quanto alla lingua se non i presenti coi
presenti, e non i presenti cogli antichi, ch'era impossibile sì per se stesso,
sì perchè una lingua non ritorna antica, se ogni sorta di costumi {e di opinioni ec.} non ritorna antico, e precisamente
tal qual era.