[238,2] La negligenza e l'irriflessione spessissimo ha
l'apparenza e produce gli effetti della malvagità e brutalità. E merita di esser
considerata come una delle principali e più frequenti cagioni della tristizia
degli uomini e delle azioni. Passeggiando con un amico assai filosofo e
sensibile, vedemmo un giovanastro che con un grosso bastone, passando
sbadatamente e come per giuoco, menò un buon colpo a un povero cane che se ne
stava pe' fatti suoi senza infastidir nessuno. E parve segno all'amico di
pessimo carattere in quel giovane. A me parve segno di brutale irriflessione.
239 Questa molte volte c'induce a far cose
dannosissime {o penosissime} altrui, senza che {ce} ne accorgiamo (parlo anche della vita più ordinaria
e giornaliera, come di un padrone che per trascuraggine lasci penare il suo
servitore alla pioggia ec.) e avvedutici, ce ne duole; molte altre volte, come
nel caso detto di sopra, sappiamo bene quello che facciamo, ma non ci curiamo di
considerarlo, e lo facciamo così alla buona, e considerandolo bene non lo
faremmo. Così la trascuranza prende tutto l'aspetto, e produce lo stessissimo
effetto della malvagità e crudeltà, non ostante che ogni volta che tu
riflettessi, fossi molto alieno dalla volontà di produrre quel tale effetto, e
che la malvagità e crudeltà non abbia che fare col tuo carattere. (11.
7.bre 1820.).