[2788,1] Del resto, quando ben si volesse che ἁρπυῖαι fosse
participio di ἁρπάω (il che io non credo) fatto per sincope d'ἁρπηκυῖαι, {+(come anche ἑστώς da ἑστηκώς o ἑστακώς o ἑσταώς o
ἑστεώς, βεβώς da βεβηκώς o da βεβαώς, βεβρώς da βεβρωκώς o da
βεβροώς)} e che il latino rapio
non fosse un disusato ἅρπω (supposto dal Visconti) ma questo ἁρπάω, (del quale trovo nel Tusano: ᾿Aρπαω, pro ἁρπάζω, usurpatur, Etym.), resterebbe sempre fermo e che ἁρπυῖαι o
ἅρπυιαι fosse in origine un participio ec. e che la lingua latina conservi qui
l'antichità più della greca, nella quale quest'ἁρπάω, che sarebbe certo più
antico di ἁρπάζω, sarà pur sempre o inusitato o rarissimo, e forse noto per lo
2789 solo Etimologico. (14. Giugno.
1823.). Nota che il Visconti, se ben mi ricordo, non cita se non due luoghi dell'odissea, e
questi sono, s'io non m'inganno, α, 241. ξ, 371. In due altri luoghi
Omero usa quella voce, l'uno Odiss. υ,
77. dov'ella sta parimente per le Parche, l'altro Iliade, Π, 150. dov'ella
è puro aggettivo d'una cavalla, e viene a dir veloce,
benchè gl'interpreti la rendono per Harpyia sostantivo
o appellativo, come negli altri luoghi d'Omero. Raptim dicono i latini per cito ec. Così ἅρπυια o ἁρπυῖα per veloce. V. ne' Lessici ἁρπακτικῶς, ἁρπάγδην, ἁρπαλέως,
καρπάλιμος, καρπαλίμως, ἀναρπάζω, ἀνάρπαστος[ἀναρπαστός,] ed ἁρπάζω per ὀξέως νοῶ, cito
intelligo et mente percipio, quasi mente corripio, usato da Sofocle. V. anche i lessici latini in rapio e suoi derivati e composti. Noi diciamo ratto (cioè raptus)
aggettivo e avverbio per veloce, presto ec. Così rattezza, rattamente ec. E i latini rapidus
rapido, francese rapide ec.
V. lo spagnuolo in questa radice, o in altra metafora di velocità, tolta dal rapire in qualunque sia voce o modo. {V. la
Crus. in Rapina §. 1. Rapinosamente
Rapinoso, e questi pensieri p. 4165. fin.}
(14. Giugno. 1823.).