[2852,1]
2852 Una traduzione in lingua greca fatta alla maniera
tedesca, una traduzione dove non s'imita, ma si copia, o vogliamo dire s'imitano
le parole, dovendosi nelle traduzioni imitar solo le cose, si è quella de' libri sacri fatti da' Settanta. Ora la medesima lingua greca, quella così
immensamente pieghevole e libera, nondimeno, percioch'ella è pur lingua formata
e perfetta, riesce in quella traduzione (fatta certo in antico e buon tempo)
affatto barbara e ripugnante a se stessa, e non greca; e di più, quantunque noi
non possiamo per la lontananza de' tempi, e la scarsezza delle notizie
grammaticali ec. e la diversità de' costumi e dell'indole, neppur leggendo gli
originali ebraici, pienamente giudicare e sentir qual sia il {proprio} gusto de' medesimi, e il {vero}
genio di quella lingua, nondimeno possiamo ben esser certissimi che questo gusto
e questo genio non è per niente rappresentato dalla version de' Settanta, che
non è quello che noi vi sentiamo leggendola, che non ve lo sentirono i greci
contemporanei o posteriori, e ch'ella in somma fu ben lontana dal fare ne' greci
lo stesso effetto, nè di gran lunga simile, neppure analogo a
2853 quello che facevano ne' lettori ebrei gli originali. {#1. Seppure però la lingua ebraica ha genio,
o altra indole come quella di non averne veruna. E certo la lingua ebraica
per essere informe, può forse esser bene rappresentata e imitata con una
traduzione in qualsivoglia lingua, che per esser troppo esatta sia anch'essa
informe. Il che non accaderebbe in verun caso. Vedi la pag. 2909. 2910 fine - 2913. Vedi anche una giunta a questa pagina nella
p. 2913.} Ch'è
appunto il fine che dovrebbero avere le traduzioni, e che i tedeschi pretendono
di pienamente e squisitamente conseguire col loro metodo. Aggiungasi dopo tutto
ciò che la traduzione de' Settanta, barbara per troppa conformità
estrinseca coll'originale, non le è di gran lunga così scrupolosamente e
onninamente conforme, come le vantate traduzioni tedesche agli originali
loro.