[2912,1]
2912 È notabile come da contrarie cause nascano uguali
effetti. La lingua ebraica non ammette varietà nello stile per esser troppo
antica, la lingua francese nemmeno, per esser troppo moderna; quella per eccesso
d'imperfezione e per povertà che nasce dall'antichità, questa per eccesso di
perfezione e per povertà che nasce dall'essere squisitamente moderna, sì di
tempo come d'indole. Nell'una e nell'altra le parole poco vagliono, le sentenze
tutto, lo stile si riduce ai {nudi} concetti (cosa che
non ha luogo in verun'altra lingua letterata). Ma ciò nella ebraica perchè le
parole non hanno ancor preso vigore, nella francese perchè l'hanno perduto; in
quella perchè i concetti non hanno ancora onde farsi un corpo, in questa perchè
l'hanno deposto; in quella perchè la materia è ancora scarsa a vestir lo
spirito, in questa perchè lo spirito ha consumato la materia, è ricomparso nudo
del corpo di cui s'era vestito, ha prevaluto alla materia, e tutta l'esistenza è
spiritualizzata, nè si vede o si tocca oramai, o certo non si vuole nè vedere nè
toccare quasi altro che spirito.
2913 Ambedue le lingue
dánno nel metafisico, e, si può dire, nell'incorporeo per due cagioni e
principii direttamente opposti, come il fanciullo per eccessiva semplicità è
talvolta così sottile nelle sue quistioni, come il filosofo per grande dottrina
e sapienza e sagacità. (7. Luglio. 1823.). {{V. la p. seguente [p.
2914,1].}}
2914,1Ebrei. Loro lingua, letteratura, costumi, leggi, carattere
ec. ec.2914,1