[3099,1] Era dunque la felicità, principale ed essenzial
cagione e parte di lode e di stima e di ammirazione e di gloria presso gli
antichi, ancor
3100 più che presso i moderni; e
massimamente appo gli antichissimi. Perocchè insomma ella è cosa naturale il
pregiar sopra tutto la felicità, laonde egli è ben ragionevole ch'ella tanto più
sia pregiata quanto i costumi, le opinioni e la vita degli uomini sono più
vicini e conformi alla natura, quali erano in fatti nella più remota antichità.
Omero dunque pigliando a esaltare un
Eroe ed una nazione, e togliendoli per soggetto del suo canto e della sua lode,
e facendo materia del suo poema l'elogio loro, si sarebbe fatto coscienza di
sceglierli o di fingerli sfortunati, e tali che non avessero conseguito
l'intento di quella impresa di ch'egli prendeva a cantare. Egli doveva dunque
pigliare un Eroe fortunato.