[3210,1] E di qui, e non d'altronde, nasce la diversità de'
gusti musicali ne' diversi popoli. Dico ne' popoli, e non dico negl'intendenti,
i quali avendo tutti un'arte uniforme, distinta in regole, universalmente
abbracciata e riconosciuta, co' suoi principii fissi e invariabili e universali,
siccome quelli di qualsivoglia altra scienza che tale è in
italia quale in Polonia, in
Portogallo, in Isvezia; nel
giudicare di una melodia musicale, non mirano all'orecchio, ma alle regole {e a' principii} ch'essi hanno nella loro arte o scienza,
cioè nel contrappunto; ed essendo esse regole e principii dappertutto gli stessi
e dappertutto ugualmente riconosciuti, i giudizi che i diversi intendenti
pronunziano non possono grandemente
3211 disconvenire
gli uni dagli altri, e tanto meno quanto essi più sono intendenti. Ma non così
de' popoli, e de' non intendenti, i quali non hanno altra regola e canone che
l'orecchio, e questo non {ha} altri principii che le
sue proprie assuefazioni, e non già alcuni dettati e infusi universalmente dalla
natura, come si crede. E però le nostre melodie non paiono pur melodie a' turchi
a[a'] Cinesi nè ad altri barbari, o
diversamente da noi, civili. Che se questi pure alcuna volta se ne dilettano, il
diletto non nasce in loro dalla melodia, cioè dal senso della successiva armonia
de' tuoni, la quale essi non sentono nè comprendono, posto pur ch'ella fusse tra
noi l'una delle più popolari; ma nasce da' puri suoni per se, e dalla
delicatezza, facilità, rapidità, volubilità del loro succedersi, mescolarsi,
alternarsi (sia nella voce o in istrumenti), dalla dolcezza delle voci o
degl'istrumenti, dal sonoro, dal penetrante e da simili qualità de' medesimi,
dalla soavità eziandio de' rapporti rispettivi d'un tuono coll'altro in quanto
alla facilità e alla delicatezza del passaggio da questo a quello (laddove i
passaggi nelle
3212 musiche de' barbari sono
asprissimi, perchè fatti da tuoni a tuoni troppo lontani o da corde a corde
troppo distanti), e insomma da cento qualità {+(per così dire, estrinseche)} della nostra musica
che nulla hanno a fare colla rispettiva scambievole armonia o convenienza de'
tuoni nella lor successione, cioè colla melodia, e col senso e gusto della
medesima, che nè i turchi nè gli altri barbari, udendo la nostra musica, non
provano punto mai. La qual cosa appunto, salva però la proporzione, accade ai
non intendenti di musica e al popolo fra noi, quando egli odono, come tutto dì
avviene, di quelle melodie che nulla o troppo poco hanno del popolare. Niun
diletto ne provano, se non quello, per così dire, estrinseco, che di sopra ho
descritto, e che nasce dalle qualità della musica, diverse e indipendenti
dall'armonia {de' tuoni} nella successione. Di queste
non popolari melodie, che sono la più gran parte della nostra musica, parlerò
poco sotto. E per conchiudere il discorso de' barbari e delle nazioni che hanno
circa la musica idee e gusti e sentimenti affatto diversi da' nostri, dico che
in essi, siccome
3213 fra noi, le assuefazioni
determinano quali sieno le successive collegazioni de' tuoni che sieno tenute
per melodie, e le assuefazioni cagionano, siccome fra noi, il {senso e il} piacere d'esse melodie, quando elle sono
udite. E questo, se in essi popoli, non v'ha teoria musicale, accade a tutta la
nazione. Se alcun d'essi popoli ha teoria musicale, come l'hanno i Chinesi,
diversa però dalla nostra, gl'intendenti fra loro hanno altra cagione che
determina il loro giudizio e produce in loro il diletto circa le melodie; e
questa cagione si è, come nei nostri intendenti, la conformità {di quelle cotali} successioni de' tuoni co' principii e
i canoni della loro teoria o arte o scienza musicale, i quali principii {e canoni} essendo diversi da' nostri, diverso eziandio
dev'essere il giudizio di quegl'intendenti circa le varie, o nazionali o
forestiere, melodie, da quello de' nostri, e diverso similmente il piacere. E
così è infatti nella China, dove {e} il popolo (che dappertutto, dovunque esiste una musica, avrebbe
giudicato nello stesso modo) e gl'intendenti (il che non potrebbe avvenire nelle
nazioni barbare che non hanno teoria musicale
3214
sufficientemente distinta per principii e regole, e ordinata e compiuta, come
l'hanno i Chinesi), giudicarono {espressamente} più
bella la loro musica che l'Europea, la quale i nostri, favoriti in ciò
espressamente da un loro imperatore, volevano introdurvi, insieme colle nostre
teorie. E ciò furono, se ben mi ricorda, i Gesuiti.