[325,1] Come i più ardenti zelatori delle illusioni sono forse
quelli che ne conoscono e sentono più vivamente e universalmente {la vanità,} così i loro più ardenti impugnatori son
quelli che non la conoscono bene, o se la conoscono bene, non la sentono
intimamente e in tutta l'estensione della vita; cioè la conoscono in teoria, ma
non in pratica. Tali sono gli spregiudicati e gl'intolleranti filosofici de'
nostri giorni.
326 Perchè se la conoscessero e
sentissero, e ne comprendessero tutta l'immensa estensione, se ne
spaventerebbero, la mancanza di esse illusioni torrebbe loro quasi il respiro,
cercherebbero di rifugiarsi un'altra volta nel seno dell'ignoranza o
dimenticanza del vero, e del crudelissimo dubbio (dimenticanza che non gli
alienerebbe, anzi li ricondurrebbe alla religione), di richiamar l'attività ec.
Se non altro non sarebbero così ardenti nel combattere le illusioni, non
cercherebbero gloria nel dimostrar la vanità di tutte le glorie, non porrebbero
molta importanza nel dimostrare {e persuadere} che
nulla importa, e per conseguenza neanche questa dimostrazione.