[3529,1] Anche il dolore degli uomini si consola o si scema
col persuadersi che il danno, la sventura ec. o non sia tale, o sia minore
ch'ella non è, o ch'ella non apparisce, o ch'ella non fu stimata a principio; e
forse (eccetto quella medicina che reca la lunghezza del tempo) il dolore si
consola o mitiga più spesso così che altrimenti. Per questo nelle pubbliche
calamità, quando importa che il popolo sia lieto, o non abbattuto, o men tristo
che non sarebbe di ragione, si proibiscono e tolgono i segni di lutto, e si
ordinano e introducono feste e segni (anche straordinarii) di allegria.
3530 E ciò bene spesso non tanto come cagioni, quanto
appunto come segni di allegria; non tanto a produrla dirittamente, quanto a
dimostrarla; non tanto a divertir gli animi dal dolore {e
dalla mestizia,} quanto a persuaderli che non ve ne sia ragione, o che
questa sia minore che non è. Nelle pesti o contagi si vieta il sonar le campane
a morto. Nelle sconfitte si cela al popolo il successo, si proibisce ogni segno
di lutto pubblico, si accrescono le feste, si fingono {e
spargono} ancora delle novelle tutte contrarie al vero e piene di
felicità. È proprio del buon capitano il mostrarsi lieto o indifferente a' suoi
soldati dopo un rovescio ricevuto, dopo la nuova di un disastro ec. (Queste cose
appartengono ancora al discorso del timore). Così negl'individui. L'afflitto si
consola bene spesso o si rallegra, non tanto colla distrazione, quanto col dar
segni a se stesso d'esser lieto o consolato, col canto, con altri atti ed
operazioni d'uomo allegro o indifferente. Alla prima nuova, o al primo avvedersi
in qualunque modo di un danno, di una sciagura ec., l'animo fa {sovente} ogni sforzo prima per non creder {il fatto, {#1. ancorchè
veduto cogli occhi propri, o con altri sensi ec.}} o per non
3531 credere che sia sciagura, poi per crederla
molto minore ch'ei non è, poi alquanto minore, passando così più o meno
rapidamente di mano in mano e di grado in grado per questi vani tentativi {fino} all'intera cognizione e forzata persuasione della
vera grandezza del male, o fino a quell'ultimo tentativo che riesce, restando
l'animo in una persuasione più o manco inferiore al vero.
Consolazione.Sventure.