[3850,1]
Alla p. 3760.
Similmente a guo andato in disuso, fu preferito il suo continuativo gusto, de' quali verbi altrove pp. 2147-48.
Similmente andò in disuso il verbo nuo, restando il
suo continuativo nuto (e i derivati nutus, gustus us ec. ne'
quali non avea luogo l'iato). Restarono ancora i suoi composti (vedi il pensiero
precedente [p. 3849,3]) perchè l'iato nei non monosillabi è men duro e
appariscente che ne' monosillabi, {#1.
S'intendono qui per monosillabi anche i formati di più d'una vocale
contigue, e senza intermissione di consonante, secondo il detto altrove.
Altrimenti l'iato non potrebbe aver luogo ne' monosillabi ec. ec.}
giacchè se in questi v'è l'iato, essendo {essi} d'una
sillaba sola, son tutti formati d'un iato, e son quasi un puro iato essi stessi.
Infatti l'osservazione della p. 3759.
fine. - 3760 si verifica principalmente ne' monosillabi, e di questi
massimamente si deve intendere. Dove il tema monosillabo riceve un incremento
restando l'iato, la voce benchè non più monosillaba, ha sempre men sillabe che
la corrispondente ne' verbi composti, e però l'iato in {quella} apparisce tuttavia ed offende maggiormente che in questa. Del
resto essa talvolta, perito il tema, si è conservata, come noitum di noo, poitum di poo ec: bensì in queste {e simili} fu soppresso l'iato per contrazione, facendo
notum, potum ec.
(8. Nov. 1823.). {{V. p.
3881.}}
3759,23881,32146,23759,23759,23849,33881,3