[428,1] Ma il detto effetto non fu colpa del Cristianesimo, ma
delle cause che aveano, come si è detto, prodotta la necessità di questo
rimedio; cause che presto o tardi doveano necessariamente emergere
dall'andamento che avea preso la ragione (ossia dalla superiorità che aveva
acquistata, e che dovea naturalmente crescere e portar gli uomini a quel punto)
e dallo stato di società, a cui l'uomo era irrevocabilmente ridotto. Sicchè
presto o tardi era indispensabile e certa la nascita del Cristianesimo, o di una
429 Religione ammissibile dalla ragione, anzi
prodotta in certo modo da essa, e molto più ragionevole delle antiche le quali
non erano conformi nè adattabili se non ad un grado di ragione e di sapere molto
minore. Quindi, posta la corruzione dell'uomo operata dalla ragione e dal
sapere, l'uomo doveva necessariamente arrivare una volta, a quella poca felicità
di vita, che il Cristianesimo stabilisce dogmaticamente, e anche produce
attivamente, ma come seconda e necessaria, non come prima e libera cagione. Era
dico indispensabile presto o tardi il Cristianesimo, posta la corruzione operata
dalla ragione, e lo era 1. umanamente: perchè la ragione prima di arrivare a
quell'estremo al quale è giunta oggidì, doveva naturalmente spaventarsi di se
stessa; e vedendosi sparir dagli occhi la realtà delle cose, e quindi venirsi a
distruggere la vita e il mondo, doveva considerar se stessa come assurda, e
concludere che ci doveva esser qualche verità ignota la quale dasse alle cose
quella realtà ch'essa non poteva più scoprire nè ammettere. Quindi anche da se
stessa
430 dovea rifugiarsi nel seno di una religione
astratta e metafisica, adattata alla sua natura speculativa; di una religione
misteriosa, e perciò appunto ragionevole, perchè la realtà delle cose di cui la
ragione non poteva persuadersi chiaramente nè particolarmente colle sue forze,
veniva stabilita dall'opinione verisimile, e creduta vera, di un Dio
infallibile, e rivelatore di arcani, conducenti a stabilire in genere la detta
realtà. Così che la ragione sopra un fondamento oscuro, ma creduto vero, veniva
a creder quelle cose, che dall'una parte non poteva credere sopra un fondamento
chiaro e dettagliato; dall'altra parte le sembrava ancora assurdo il negare, a
dispetto della natura e del sentimento intimo che le asseriva. Sicchè la ragione
anche da se, nel suo corso naturale, prima di distrugger tutto, doveva
necessariamente immaginare, e persuadersi di una religion rivelata. 2. molto più
divinamente. Perchè supposto un Dio, e che questi abbia cura delle sue creature,
quando per non veder perire
431 il primo degli enti
terrestri, e distruggersi immancabilmente la sua vita quaggiù, o ridursi
all'ultima infelicità, non rimase altro mezzo che la credenza di una
rivelazione, era troppo conveniente alla sua misericordia l'adoperarlo, e perchè
questa credenza fosse stabile {e certa,} fare che fosse
vera, cioè rivelar da vero.