[4321,1] In questa ipotesi, che è quasi una transazione
coll'opinion comune, poichè riconosce l'esistenza di Omero, ed ammette in qualche modo
4322 l'unità di autore dell'iliade e
dell'Odissea, a differenza di Wolf che attribuisce quei poemi a vari autori, e di
B. Constant, che li attribuisce a
due; io ammetto assai volentieri che Omero, non avendo nessuna idea di quello che fu poi chiamato poema
epico, nè anche avesse alcun piano o intenzione di comporne uno, cioè di fare
una lunga poesia che avesse un principio, mezzo e fine corrispondenti, che
formasse un tutto rispondente ad un certo disegno, che avesse una qualunque
circoscritta e determinata unità. Credo che incominciasse le sue narrazioni dove
ben gli parve, le continuasse indefinitamente senza proporsi una meta, le
terminasse quando fu sazio di cantare, senza immaginarsi di esser giunto a uno
scopo, senza intender di dare una conclusione al suo canto, nè di aver esaurita
la materia o de' fatti, o del suo piano, che nessuno egli n'ebbe.