[4356,1]
4356 In somma il poema epico nelle nostre letterature,
non è nato che da un falso presupposto. Omero, e i poeti {greci} di quello e de'
seguenti secoli non conobbero in tal genere che degl'inni. Quippe vocabulum ὕμνος latius patet,
et saepe omne genus ἐπῶν complectitur. Unde illud in fine trium
Hymnorum
*
(homericor.), manifestum istius
moris vestigium: Σεῦ δ᾽ ἐγὼ ἀρξάμενος μεταβήσομαι ἄλλον ἐς ὕμνον
*
(Wolf. §. 25. p. cvii.
not.) Cioè {passerò} a qualcuno de' canti
omerici, a cui gl'inni {sacri} servivano di
proemii, perciò dagli antichi sovente chiamati προοίμια, προοίμιον Διός,
προοίμιον ᾽Aπόλλωνος etc. {+I rapsodi
componevano o cantavano or l'uno or l'altro di tali proemii secondo il luogo e l'occasione del recitare
gli squarci omerici, il nume protettor del paese, la solennità ec.}
Vedi le mie osservazioni sui 3. generi di poesia, lirico, epico, drammatico pp.
4234-36; le quali riceveranno luce altresì dalle presenti. {{V. p. 4460.}}