[4369,2] - Dans le ms. de Paris, qui, suivant
les critiques, est le plus ancien et le meilleur, l'ouvrage a pour titre
Διονυσίου Λογγίνου
περὶ ὕψους; mais dans l'index, qui est écrit de
la même main, comme le reste du ms. (qui contient en outre les problèmes
d'Aristote), on le qualifie
de Διονυσίου ἢ Λογγίνου περὶ ὕψους. Le cod.
vaticanus que Amati
appelle praestantissimus, donne dans cette
dernière forme le nom de l'auteur; et dans le ms. de la bibl.
laurentiane, l'inscript. porte
4370 Ἀνωνύμου
περὶ ὕψους.
*
Bull. de Férus. l. c. alla p. 4312. tom. 8. p. 11. art. 12.
1827. juill. - Essendo incerto ἀνώνυμος l'autore di quel trattato, fu
detto: egli è di Dionisio d'Alicarnasso
o di Longino: non per altro se non
perchè nella media grecità questi furono i retori tecnici più conosciuti, i capi
del genere rettorico. Esempio insigne del modo con cui si procedeva in simili
attribuzioni: di Dionisio o di Longino: quasi vi fosse alcuna analogia
fra lo scrivere di Dionisio, autore del
1. secolo, e quel di Longino ch'è del
3. {+Intanto la Critica riconosce
manifestamente e senza molta fatica che quel trattato non può essere nè
dell'uno nè dell'altro. (Bull. ec. ibidem.)-}
Weiske e l'autore di un
libro pubblicato a Londra 1826. intitolato Remarks on the supposed Dionysius
Longinus, riportano quel trattato al secolo d'Augusto. Amati l'attribuisce veramente a Dionisio d'Alicarnasso, non avendo osservata (come non
l'ha nessun altro) la vera ragione per cui i mss. parigini e vaticani hanno il
nome di Dionisio; e che, oltre la {totale} differenza dello stile, quel trattato è contro
Cecilio calattino, il quale fu
amico di Dionisio Alicarnasseo, cosa
parimente non osservata da altri. {{V. p.
4440.}}