[437,1] Del resto sostengo anch'io, anzi fa parte essenziale
del mio sistema la proposizione che Adamo ebbe una scienza infusa: ma in questo modo. Ogni essere capace
di scelta, anzi tale che non si può determinare all'azione (neppure a quella
necessaria per conservarsi, eccetto le azioni che chiamano hominis, se ce ne ha veramente) e per conseguenza non può vivere,
senza un atto elettivo e definito della sua volontà, ha bisogno di credenze,
cioè deve credere che le cose siano buone o cattive, e che quella tal cosa sia
buona o cattiva, altrimenti {la sua volontà} non avrà
motivo per determinarsi ad abbracciarla o fuggirla, per decidersi a fare o non
fare, all'affermativo o al negativo. E l'uomo e l'animale in questa indifferenza
diverrebbe necessariamente come quell'asino delle scuole, di cui vedi p. 381. Le piante e i sassi che non
si muovono da se, nè dipendono da se nell'azione e nella vita, non hanno bisogno
di credenze, ma l'animale che dipende da se nell'azione e nella vita, ha bisogno
di credere, giacchè non c'è altro motivo
438 nè mobile,
nè altra forza, (eccetto l'estrinseche) che lo possa determinare, e definirne la
scelta. Qualunque essere non è macchina, ha bisogno di credenze per vivere.
Dunque anche gli animali, se non sono purissime macchine: {dunque hanno anch'essi il principio di ragionamento, senza cui non v'è
credenza, perchè il credere non è altro che tirare una
conseguenza.}