[731,2] Ma gl'italiani contuttociò, e contro la natura de'
tempi e della poesia, si gittano ad un genere che oggi non può essere se non o
forzato o imitativo, e lo fanno perchè questo riesce loro molto più facile del
sentimentale.
732 1. nessuno dubita che l'imitare a
certi ingegni massimamente, che hanno pochissima o forza, o abitudine ed
esercizio di forza, e d'impazienza e di calore ec. non sia molto più facile che
il creare. E gl'italiani d'oggidì, poetando, appresso a poco, sempre imitano,
anche {quando} non trascrivono, come spesso fanno, e
come fa l'Arici, che quello si chiama
copiare. 2. Come è più facile un racconto che un dramma, perchè nel dramma ogni
errore d'imitazione è palese, e si richiede una molto più esatta corrispondenza
alla natura ed al vero; così agl'italiani d'oggidì, persone, come ho detto, che
non sentono, e non hanno bastante cognizione del cuore umano, è molto più facile
il genere immaginativo, che alla fine è cosa arbitraria, e dove si può anche
abbagliare, come ha fatto l'Ariosto, di
quello che il sentimentale dove bisogna seguire esattamente e passo passo la
natura ed il vero, e dove il cuor di ciascuno, è prontissimo
733 e acutissimo e rigoroso giudice della verità o falsità, della
proprietà o improprietà, della naturalezza, o forzatura, della efficacia o
languidezza ec. delle invenzioni, delle situazioni de' sentimenti, delle
sentenze, delle espressioni ec. E la facoltà immaginativa si può in qualche modo
fingere, o forzare, o almeno comandare: la sensitiva non mai. E perciò {non è maraviglia se} quei moderni italiani i quali,
nelle circostanze che ho esposte di sopra, hanno pur voluto pubblicare opere
sentimentali, sono stati fischiati, o degni di esserlo. Tanto più che la
imitazione, (e questi tali si son dati tutti e totalmente alla imitazione degli
stranieri) se disdice all'immaginativo, molto più al sentimentale, per la stessa
ragione per cui il sentimento non si può nè fingere nè proccurare, almeno
forzatamente. E così tutti i sensati italiani e forestieri, si accordano in dire
che l'italia manca del genere sentimentale.
734 Ma non osservano che con ciò vengono a dire e
confessare che l'odierna italia manca di letteratura,
certo di poesia. Quasi che il detto genere fosse proprio di questa o quella
nazione, e non del tempo. Quasi che oggidì la condizione generale degli uomini
ammettesse altro genere di poesia, e che il mancare di questo genere non fosse
lo stesso che mancar di poesia.