[841,1] Questi effetti risultano dalla parità di linguaggio
fra gli scrittori e la nazione, e risultano in maggiore o minor grado, in
proporzione che la causa è maggiore o minore. In Francia
è grandissima, e non solo la detta parità di linguaggio, ma anche la effettiva
popolarità e nazionalità degli scrittori e della letteratura. In
Italia oggidì (che nel trecento era tutto l'opposto)
la lingua scritta degli scrittori, sebbene differisca dalla parlata molto meno
che fra' latini, tuttavia differisce, credo, più che in qualunque altro paese
culto, certamente Europeo.
842 E questo forse in parte
cagiona la nessuna popolarità della nostra letteratura, e l'essere gli ottimi
libri nelle mani di una sola classe, e destinati a lei sola, ancorchè pel
soggetto non abbiano a far niente con lei. Il che però deriva ancora dalla
nessuna coltura, e letteratura, e dalla intera noncuranza degli studi anche
piacevoli, che regna nelle altre classi d'italia;
noncuranza che deriva finalmente dal mancare in italia
ogni vita, ogni spirito di nazione, ogni attività, ed anche dalla nessuna
libertà, e quindi nessuna originalità degli scrittori ec. Queste cagioni
influiscono parimente l'una sull'altra, e nominatamente sulla disparità della
lingua scritta e parlata, e tutte con iscambievoli effetti contribuiscono sì a
tener lontano dall'italia ogni spirito di patria, ogni
vita, ogni azione; sì ad impedire ogni originalità degli scrittori; sì
finalmente a mantenere la intera divisione che sussiste fra la classe letterata
e le altre, fra la letteratura e la nazione italiana. Nel cinquecento, e anche
durante il seicento, sebbene la lingua scritta italiana, si
843 fosse allontanata dalla parlata, molto più che nel trecento (non
però quanto oggidì), tuttavia la letteratura continuava ancora in grandissima
relazione colle classi, se non volgari, certo non di professione letterata, e
quindi anche passava agli stranieri. E ciò, parte perchè la nazione conservava
ancora un sentimento, uno spirito patrio, un'azione, una vita, e gli scrittori
bastante libertà ed originalità; parte perchè l'italiano che si parlava, era
italiano ancora, più o meno, e non barbaro, come oggidì, che volendo scrivere
come si parla, non si scriverebbe italiano, anzi appena si riuscirebbe a farsi
intendere alla stessa nazione. Ed allora lo studio della lingua era più diffuso,
e la letteratura parimente, e più viva e in movimento, e maggiore il numero dei
letterati di professione, e degli scrittori buoni, e di quelli che senza esser
letterati, aveano tanta letteratura quanto basta per essere buon lettore, e per
curarsi di leggere. E gli argomenti che si trattavano erano più nazionali, più
importanti, più nuovi,
844 più propri dello scrittore
ec. brevemente c'era un'[un] altro spirito
letterario e negli scrittori e nella nazione.