[971,1] Ciascuno straniero è soggetto a cadere in errore
giudicando dei pregi o difetti di una lingua altrui, morta o viva, massime de'
più intimi e reconditi e particolari. E così giudicando di quei pregi o difetti
972 di un'opera di letteratura straniera, che
appartengono alla lingua, e di tutta quella parte dello stile (ed è grandissima
e rilevantissima parte) che spetta alla lingua, o ci ha qualche relazione per
qualunque verso. Ma i giudizi de' francesi sopra questi soggetti, e de' francesi
anche più grandi e acuti e stimabili, sono quasi sempre falsi: in maniera che
per lo più la falsità loro, va in ragione diretta della temerità ed assurance con cui sono ordinariamente pronunziati;
vale a dire ch'è somma. E ordinariamente i francesi, quando parlano di certe
intimità delle letterature straniere, appartenenti a lingua, fanno un arrosto di
granciporri.