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Eccettuare (abito di), nocevole alla filosofia pratica, e ad ogni disciplina.

Making exceptions (habit of), damaging to practical philosophy and to every discipline.

1866,2

[1866,2]  Alla p. 1865. Si può dire che la cognizione del mondo, la furberia, la filosofia, ed anche generalmente lo stesso talento, consiste in gran parte nella facoltà ed abito di non eccettuare. Il giovane si trova tradito, deriso dietro alle spalle ec. ec. ingannato, perseguitato ec. da questo e da quell'uomo da cui meno se l'aspettava, da un amico ec. ec. S'egli ha talento, dopo due o tre esperienze, ed anche alla prima, conchiude che non bisogna fidarsi degli uomini, che tutti appresso a poco sono malvagi, ne deduce de' risultati generali sulla natura del mondo e della società, qualunque  1867 persona ancorchè novissima, qualunque favore fattogli ec. ec. gli riesce sospetto, ed in breve egli si forma un sistema vero intorno agli uomini, di cui nessuna circostanza, nessuna apparenza per grande ch'ella sia, lo può far dimenticare. Ma s'egli è di corto talento, 10, 20 esperienze non basteranno a condurlo a questi risultati, egli considererà quello che gli è accaduto, e sempre gli accade, come tante eccezioni, e per conoscer gli uomini avrà sempre bisogno di esperienze individuali su ciascuno, così che al fine della sua carriera non sarà meglio istruito che nel principio, le esperienze non gli serviranno mai nulla, il suo giudizio sarà sempre falso, le apparenze e le illusioni lo inganneranno sempre allo stesso modo. E così si verifica che la facoltà di generalizzare è quella che costituisce gran parte del talento.

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