[151,3] Al levarsi da letto, parte pel vigore riacquistato col
riposo, parte per la dimenticanza dei mali avuta nel sonno, parte per una certa
rinnuovazione della vita, cagionata da quella specie d'interrompimento datole,
tu ti senti ordinariamente o più lieto o meno tristo, di quando ti coricasti.
Nella mia vita infelicissima l'ora meno trista è quella
152 del levarmi. Le speranze è[e] le
illusioni ripigliano per pochi momenti un certo corpo, ed io chiamo quell'ora la
gioventù della giornata per questa similitudine che ha colla gioventù della
vita. E anche riguardo alla stessa giornata, si suol sempre sperare di passarla
meglio della precedente. E la sera che ti trovi fallito di questa speranza e
disingannato, si può chiamare la vecchiezza della giornata. (4. Luglio.
1820.). {{V. p. 193. capoverso
1.}}
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