[1215,1] Diranno che buona parte del detto vocabolario deriva
dalla lingua francese, e ciò stante la somma influenza di quella lingua e
letteratura nelle lingue e letterature moderne, cagionata da quello che ho detto
altrove pp. 1029-30. Ma venisse ancora dalla lingua
tartara, siccome l'uso decide della purità e bontà delle parole e dei modi, io
credo che quello ch'è buono e conveniente per tutte le lingue
d'europa, debba esserlo (massime in un secolo della
qualità che ho detto) anche per l'italia, che sta pure
nel mezzo d'europa, e non è già
la Nuova Olanda, nè la Terra di Jesso. E se hanno
accettate, ed usano continuamente le dette voci, quelle lingue Europee che non
hanno punto che fare colla francese, quanto più dovrà farlo, e più facilmente, e
con più naturalezza e vantaggio la nostra lingua, ch'è sorella carnale della
francese? Le origini di dette parole, a noi
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riescono familiari e domestiche, perchè in gran parte derivano dal latino,
benchè applicate ad altre significazioni che non avevano, nè potevano aver nel
latino, mancando i latini di quelle idee. Spessissimo vengono dal greco, {+che a noi non è più, anzi meno alieno, di
quello che sia alle altre lingue colte moderne.} Spesso sono
interamente italiane cioè stanno già materialmente nel nostro linguaggio, benchè
in significato diverso, e meno sottile, o meno preciso, perchè i nostri antichi
non poterono aver quelle idee, che oggi abbiamo noi, non perciò meno italiani di
loro, nè quelle idee sono meno italiane perchè i nostri antichi non le
arrivarono a concepire, o solo confusamente, secondo la natura de' tempi, e lo
stato dello spirito umano. {+Si
condannino (come e quanto ragion vuole) e si chiamino barbari i gallicismi,
ma non (se così posso dire) gli europeismi, che non fu mai barbaro quello
che fu proprio di tutto il mondo civile, e proprio per ragione appunto della
civiltà, come l'uso di queste voci che deriva dalla stessa civiltà e dalla
stessa scienza d'europa.}
1029,3europaeuropaeuropaItaliaNuova OlandaTerra di Jesso