[1256,2] E tuttavia questa qualità ch'io dico, passa
1257 ben tosto nel bello ideale, e il poeta, {(come appunto Omero),} o il pittore che tira dalla sua mente (come dice Raffaello ch'egli faceva) l'idea di una
bellezza da rappresentare, non mancherà certo di concepire l'idea di una donna o
donzella βαϑύκολπος. E pur l'origine di questa idea sarà tutt'altra che il tipo
della bellezza, ed un giudizio o forma innata, {universale} e impressa dalla natura nella mente dell'uomo. Così facile è l'ingannarsi nel
giudicare delle idee che l'uomo ha circa il bello preteso assoluto. {V. p. 1339.} Similmente discorro
di altre simili qualità esteriori dell'uomo o della donna. {+Così della vivacità degli occhi, o di qualunque
espressione dell'anima che apparisca nel volto, il che però quando anche
tutti convengano che sia bellezza, non tutti però convengono nel preferirlo
alla languidezza, e anche alla melensaggine ec. Non so neppure se quelle
donne inglesi che si paragonano ai silfi, e si giudicano da molti sì belle,
{e si antepongono ec.} appartengano al numero
di quelle significate da Omero ne'
citati luoghi.}