[1322,1] Ho detto altrove pp. 198-203 che la grazia deriva bene spesso (e forse
sempre) dallo straordinario nel bello, e da uno straordinario che non distrugga
il bello. Ora aggiungo la cagione di questo effetto. Ed è, non solamente che lo
straordinario ci suol dare sorpresa, e quindi piacere, il che non appartiene al
discorso della grazia; ma che ci dà maggior sorpresa e piacere il veder che
quello straordinario non nuoce al bello, non distrugge il conveniente e il
regolare, nel mentre che è pure straordinario, e per se stesso irregolare; nel
mentre che per essere irregolare e straordinario, dà risalto a quella bellezza e
convenienza: e insomma il vedere una bellezza e una convenienza non ordinaria,
{{e}} di cose che non paiono poter convenire; una
bellezza e convenienza diversa dalle altre e comuni. Esempio. Un naso affatto
mostruoso, è tanto irregolare, che distrugge la regola, e quindi la convenienza
e la bellezza. Un naso come quello della Roxolane di Marmontel, è irregolare, e tuttavia non
distrugge il bello nè il conveniente, benchè per se stesso sia sconveniente; ed
ecco la grazia, e gli effetti mirabili di questa grazia, descritti festivamente
da
1323
Marmontel, e soverchianti quelli
d'ogni bellezza perfetta. {V. p. 1327.
fine.} Se osserveremo bene in che cosa consista
l'eleganza delle scritture, l'eleganza di una parola, di un modo ec. vedremo
ch'ella sempre consiste in un piccolo irregolare, o in un piccolo straordinario
o nuovo, che non distrugge punto il regolare e il conveniente dello stile o
della lingua, anzi gli dà risalto, e risalta esso stesso; e ci sorprende che
risaltando, ed essendo non ordinario, o fuor della regola, non disconvenga; e
questa sorpresa cagiona il piacere e il senso dell'eleganza e della grazia delle
scritture. {+(Qui discorrete
degl'idiotismi ec. ec.)} Il pellegrino delle voci o dei modi, se è
eccessivamente pellegrino, o eccessivo per frequenza ec. distrugge l'ordine, la
regola, la convenienza, ed è fonte di bruttezza. Nel caso contrario è fonte di
eleganza in modo che se osserverete lo stile di Virgilio o di Orazio, modelli di eleganza a tutti secoli, vedrete che l'eleganza
loro principalissimamente e generalmente consiste nel pellegrino dei modi e
delle voci, o delle loro applicazioni a quel tal uso, luogo, significazione, nel
pellegrino delle metafore ec. Cominciando
1324 dal
primo verso sino all'ultimo potrete far sempre la stessa osservazione.