[1321,1]
1321 Potrei condurre questo discorso a cento altri
particolari. Lo stile dei trecentisti ci piace sommamente perchè sappiamo ch'era
proprio di quell'età. Se lo vediamo fedelissimamente ritratto in uno scrittore
moderno, ancorchè non differisca punto dall'antico, non ci piace, anzi ci
disgusta, e ci pare affettatissimo, perchè sappiamo che non è naturale allo
scrittore, sebben ciò dallo scritto non apparisca per nulla. Questa è dunque
sola opinione; ragionevole bensì, ma dunque il bello non è assoluto, perchè la
stessissima cosa, in diversa circostanza, ci par bella e brutta, e se noi non
sapessimo p. e. la circostanza che quel tale scrittore sia moderno, quel suo
scritto ci piacerebbe moltissimo. Così dite delle imitazioni le più fedeli nel
genere letterario, o nelle arti ec. ragguagliate cogli originali, ancorchè non
ne differiscano d'un capello, del che ho detto in altro pensiero p.
101
p.
143. Così dite della simmetria ec. del che v. la p. 1259. Così dite degli arcaismi i quali non ci
offendono punto, nè ci producono verun senso di mostruosità in uno scrittore
antico, perchè sappiamo che allora {si} usavano; e ci
fanno nausea in un moderno, ancorchè di stile tanto simile all'antico, che
quegli arcaismi non vi risaltino, o discordino dal rimanente nulla più che negli
antichi scrittori.
1322
(14. Luglio 1821.).