[2339,1] La cagione poi per cui dalle voci della quarta
congiugazione si facevano i verbi in uare
{(o uere ec.)} e non in are semplicemente come da quelli della seconda, io
credo che fosse questa, che le dette voci anticamente e propriamente
terminassero in uus, giacchè anche oggi, almeno nel
genitivo singolare, o ne' nominativi e accusativi plurali, si suole scrivere metûs fluctûs, {actûs} ec.
col circonflesso. V. i gramatici, e gli eruditi. {+Infatti contro il costume della lettera u, nella prosodia latina, essa lettera è lunga
nella desinenza del genitivo e ablativo singolare, nominativo e accusativo
plurale della quarta Declinazione. Dove appunto io credo che l'u anticamente fosse doppio, e quindi poi lungo,
come l'a dell'ablativo singolare 1. declinazione
per la stessa causa. V. la p.
2360. 2365.}
(Ed osserva che questa è un'altra prova dell'essersi dagli antichi pronunziate
le vocali doppie come sillabe semplici, giacchè metus
ec. presso tutti i poeti è dissillabo, e metum seguito
da vocale, resta monosillabo ec.) Laonde togliendo ad esse voci la terminazione
in us come nè più nè meno a quelle della seconda,
restava un altro u, ed aggiungendo la desinenza in are, conveniva dire fluctu-are, e non fluct-are ec. Come appunto
da continuus, ch'essendo della seconda, pur finisce in
uus, si fa (togliendo la desinenza in us) continu-are, da perpetuus
pertu-are{, da cernuus
cernu-are, ec.}
{+da vacu-us
evacu-are, da Febru-us o
da Febru-a, orum, februare ec. da obliquus
obliquare ec. da viduus
viduare ec.}
(9. Gen. 1822.)
{{, da Fatua
fatuari, da fatuus
infatuare.}}
2359,33035,13684,6Latina (lingua).Sinizesi.2359,32365,1