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Amore di corpo.

Body politic.

149,1.2 150,2.3 151,2 457,1 872,1 1715,2

[151,2]  L'amore universale toglie l'emulazione e la gara del suo corpo coll'altrui, la qual gara è la cagione dell'accrescimento e dei vantaggi e pregi che gl'individui cercano di proccurare alla patria, al partito ec. Gli uomini grandi sono suscettibili di una emulazione grande, come con quelli delle altre nazioni. Gli uomini piccoli al contrario non sentono emulazione se non coi cittadini de' paesi d'intorno, con quelli delle altre famiglie, coi suoi propri cittadini ec. ec. ec. (4. Luglio 1820.).

[457,1]   457 Quanto sia vero che l'amore universale distruggendo l'amor patrio non gli sostituisce verun'altra passione attiva, e {che} quanto più l'amor di corpo guadagna in estensione, tanto perde in intensità ed efficacia, si può considerare anche da questo, che i primi sintomi della malattia mortale che distrusse la libertà e quindi la grandezza di Roma, furono contemporanei alla cittadinanza data all'italia dopo la guerra sociale, e alla gran diffusione delle colonie spedite per la prima volta fuori d'italia per legge di Gracco o di Druso, 30 anni circa dopo l'affare di C. Gracco e 40 circa dopo quello di Tiberio Gracco del quale dice Velleio, (II. 3.) Hoc initium in {urbe} Roma civilis sanguinis, gladiorumque impunitatis fuit. * col resto, dove viene a considerarlo come il principio del guasto e della decadenza di Roma. Vedilo l. 2. c. 2. c. 6. c. 8. init. et c. 15. et lib. I. c. 15. fine. colle note Varior. Le quali colonie portando con se la cittadinanza Romana, diffondevano Roma per tutta l'italia, e poi per tutto l'impero. V. in particolare Montesquieu, Grandeur etc. ch. 9. p. 99. - 101. {e quivi le note.} Ainsi Rome n'étoit pas proprement une Monarchie  458 ou une République, mais la tête d'un corps formé par tous les peuples du monde... Les peuples... ne faisoient un corps que par une obéissance commune; et sans être compatriotes, ils etoient[étoient] tous Romains * (ch. 6. fin. p. 80. dove però egli parla sotto un altro rapporto). Quando tutto il mondo fu cittadino Romano, Roma non ebbe più cittadini; e quando cittadino Romano fu lo stesso che Cosmopolita, non si amò nè Roma nè il mondo: l'amor patrio di Roma divenuto cosmopolita, divenne indifferente, inattivo e nullo: e quando Roma fu lo stesso che il mondo, non fu più patria di nessuno, e i cittadini Romani, avendo per patria il mondo, non ebbero nessuna patria, e lo mostrarono col fatto. (24. Dic. 1820.).

[872,1]  L'amor proprio dell'uomo, e di qualunque individuo di qualunque specie, è un amore di preferenza. Cioè l'individuo amandosi naturalmente quanto può amarsi, si preferisce dunque agli altri, dunque cerca di soverchiarli in quanto può, dunque effettivamente l'individuo odia l'altro individuo, e l'odio degli altri è una conseguenza necessaria ed immediata dell'amore di se stesso, il quale essendo innato, anche l'odio degli altri viene ad essere innato in ogni vivente. {{V. p. 926. capoverso 1.}}

[1715,2]  L'individuo, ordinariamente, è tanto grande o piccolo quanto la società, il corpo {ec. la patria,} a cui egli specialmente appartiene, {o s'immagina, prefigge, cerca di appartenere.} In una piccola patria, gli uomini son piccoli, se istituzioni e opinioni straordinariamente felici, non lo ingrandiscono, come nelle città greche, ciascuna  1716 delle quali era patria. Ma il principal mezzo è di allargare al possibile, se non altro, l'idea della propria società, come ciascuna città greca {e loro individui} riguardavano (anche col fatto) per loro patria tutta la grecia e sue appartenenze, e per compatriota chiunque non era βάρβαρος. Senza ciò la grecia non sarebbe stata quello che fu, neppure in quei tempi tutti propri della grandezza. (16. Sett. 1821.).