[328,1] È osservabile nella differenza tra i giuochi greci e i
romani, la naturalezza dei primi che combattevano nella lotta nel corso ec.
appresso a poco coi soli istrumenti datici dalla natura, laddove i romani colle
spade e altri istrumenti artifiziali. E quindi la diversa destinazione di quei
giuochi,
329 diretti presso gli uni ad ingrandir quasi
la natura ed eccitare le grandi immagini, sentimenti ec: presso gli altri o al
semplice sollazzo, o all'addestramento militare. Così che quelli andavano alla
sorgente universale delle grandi imprese, questi si fermavano ad un mezzo
particolare. E questa differenza è anche più notabile in ciò che gli spettacoli
greci erano eseguiti da uomini liberi per amor di gloria. Quindi l'effetto
favorevole all'entusiasmo, l'eccitamento, l'emulazione, gli esercizi
preparatorii ec. Gli spettacoli romani erano eseguiti da' servi. Quindi non
altro effetto utile che l'avvezzar gli occhi e l'animo agli spettacoli e
pericoli della guerra: utilità parziale e secondaria, non generale e primitiva
come l'altra. Nel che forse si potrà anche notare la differenza tra un popolo
libero e padrone, e un popolo libero bensì, ma non padrone, se non di se stesso,
com'era il greco. {{V. p. 360. capoverso
2.}}
[453,1]
Clarissimum deinde
omnium ludicrum certamen, ed[et] ad
excitandam
*
(al. legunt exercitandum,
sed non probatur) corporis animique virtutem efficacissimum, Olympiorum, initium
habuit.
*
Velleius
hist. rom. l. I. c. 8.
(22. Dic. 1820.).
[3764,2] Gli spettacoli gladiatorii, così sanguinarii ec.
appartengono a quel diletto delle sensazioni vive, di cui dico in tanti luoghi
p.1953
pp. 2017-18
p. 2759. (23. Ott. 1823.). {{Così le cacce di tori ec. ec.}}
[4047,1] Alle altre barbarie umane da me altrove notate pp.
1840-41
pp.
2387-88
pp. 3638-43
pp. 3795. sgg.
pp. 3909. sgg.
pp.
3961-62 si aggiunga la pederastia, snaturatezza infame che fu pure ed
è comunissima in Oriente (per non dir altro) e non fu solo propria de' barbari
ma di tutta una nazione così civile come la greca, e per tanto tempo (lasciando
i romani), e sì propria che sempre che i greci scrivono d'amore in verso o in
prosa, intendono (eccetto ben rade volte) di parlar di questo siffatto, voluto
fino ridurre in sentimentale da Platone massimamente, nel Convivio e più nel Fedro, e
altrove, e da Senofonte poi nel Convivio. E Saffo con tanta tenerezza canta la sua innamorata. Quanto noccia
questo infame vizio alla società ed alla moltiplicazione del genere umano, è
manifesto ec. ec. Aggiungansi similmente gli spettacoli de' gladiatori, e
l'altre barbarie romane ec. ec. (15. Marzo. 1824.).
[4109,4] Anche tra i greci fu in uso in certi luoghi lo
spettacolo di combattenti mercenarii. V. Luciano sulla fine del Toxaris sive de Amicitia, opp. 1687. t. 2.
p. 72. Furono poi introdotti a' tempi romani in alcune città greche
(d'Asia o d'europa) i circhi e
i ludi gladiatorii
4110 usati in
Roma. E forse di questi tempi intende Luciano di parlare, anzi certo, poichè
dal resto del Dialogo apparisce che egli finge il Dialogo a' tempi romani. Del
rimanente, v. Fusconi
Dissertat. de Monomachia
Rom. 1821. p. 9. not. 43.
(4. Luglio. Domenica. 1824. infraottava della Visitazione di Maria Vergine
Santissima.). {{V. anche Luciano 2. 111.}}
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