9. Dec. Vigilia della Venuta della S. Casa. 1823.
[3961,4]
Ippocrate nel libro de aere, aquis et locis (p. 29. class.
1. dell'edizione del Mercuriale.
Venet. 1588. fol. ap. Iuntas in due tomi, ciascuno diviso in due
classi) parla di una nazione che chiama de' Macrocefali, presso i
quali stimandosi γενναιότατοι quelli ch'avessero la testa {più} lunga, era legge che a' bambini ancor teneri, quanto più presto
colle mani si riducesse la figura della testa in modo che fosse lunga {+e così si facesse crescere obbligandola
con fasce e altre stretture.} Aggiunge ch'al tempo suo questa legge e
questo costume non s'osservavano più, ma che i bambini naturalmente nascevano
colla testa così figurata, perchè prodotti da genitori che tale l'avevano. Che
però negli ultimi tempi già non nascevano e non erano più tutti
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{nè tanti, come prima, di lunga testa, per lo disuso della
legge.}
Or vedi la par. 1. della Cronica del Peru di Pietro de Cieça (della quale op. v. la p. 3795-6.), capitulo 26. car.
66. p. 2-67 p. 1. e cap. 50. car. 136. p. 2. ed altrove, circa la
stessa costumanza di figurar le teste de' bambini a lor modo, propria di molte
popolazioni selvagge dell'America meridionale. Or che
relazione ebbero mai questi coi Macrocefali? E questo costume è forse cosa che
la natura l'insegna, e in cui gli uomini facilmente, benchè per solo caso,
debbano concorrere? Si applichi questa osservazione a quelle sopra l'unicità
dell'origine del genere umano pp. 3665. sgg.
[pp. 3811-13]; l'antica e ignota divisione di popoli già ὁμόφυλοι, poi,
fino {da} quando comincia la memoria delle storie,
lontanissimi e separatissimi e diversissimi; l'unicità delle invenzioni e
scoperte, dell'origine di moltissimi usi o abusi ec. ec. molti de' quali si
danno oggi per naturali solo per esser comuni, e son comuni solo per esser nati
prima della divisione del genere umano, o dello allontanamento delle sue parti,
e sua dilatazione ec. {Puoi ved. la p. 3988. Si può
anche applicare al discorso sopra le barbarie della società umana ec. (pp. 3797-802.)} E a questo
medesimo proposito si applichi il luogo greco da me citato a pag. 2799. dove si narra un costume
simile o conforme a quello di tanti e tanti altri selvaggi antichi, moderni,
presenti, che nulla hanno avuto a far mai (in tempi che si sappiano) nè cogli
Sciti di cui quivi si parla, nè tra loro {#1. V. p. 3967..} E
quanti altri sono i costumi, credenze ec. affatto conformi tra selvaggi i quali
non si può vedere come abbiano mai potuto aver, non ch'altro, notizia, gli uni
degli altri; isolani, remotissimi. Eppur le dette conformità sono sovente tali e
tante, ed anche così diffuse, e per altra parte così lontane, contrarie ec. alla
natura, che
3963 per una parte sarebbe stolto
l'attribuirle al caso, per l'altra non se può trovare cagione alcuna probabile,
se non se ec. - Uso delle settimane ec. ec. (9. Dec. Vigilia della Venuta
della S. Casa. 1823.).