Infinito. Il mondo non è infinito: dall'esistenza del mondo non si può dedur quella di un Ente infinito.
Infinite. The world is not infinite: from the existence of the world it is not possible to deduce that of an infinite Being.
4141,4 4274,3 4292,1[4141,4] Chi di noi sarebbe atto a immaginare, non che ad
eseguire, il piano dell'universo, l'ordine, la concatenazione, l'artifizio,
l'esattezza mirabile delle sue parti ec. ec.? Segno certo che l'universo è
4142 opera di un intelletto infinito. - Ma sapete voi
che dalla estensione e forza dell'intelletto dell'uomo, a un'estensione e forza
infinita ci corre uno spazio infinito? L'intelletto umano non è atto a
immaginare un piano come quello dell'universo. Ma un intelletto mille volte più
forte ed esteso dell'umano, potrà pure immaginarlo. Non vi pare che possa? Dite
dunque un intelletto maggiore dell'umano un millone di volte, un bilione, un
trilione, un trilione di trilioni. Non arriverete mai ad un intelletto infinito,
e però mai ad un intelletto grande, se non relativamente (giacchè un intelletto
anche un trilion di volte maggior del nostro, non sarebbe già un intelletto
grande per se, ma solo relativamente al nostro {+e sarebbe infinitamente minore di un intelletto
infinito.),} e però mai ad un intelletto divino. Lo stesso dico della
potenza. L'uomo non può fare il mondo. Non però il farlo richiede una potenza
infinita, ma solo maggiore assai dell'umana. Deducendo dalla esistenza del mondo
la infinità e quindi la divinità del suo creatore, voi mostrate supporre che il
mondo sia infinito, e d'infinita perfezione, e che manifesti un'arte infinita,
il che è falso, e se ciò è falso, niente d'infinito si dee attribuire all'autore
della natura. {+V. p. 4177.} Lascio anche stare le
innumerabili imperfezioni che si ravvisano, non pur fisicamente, ma
metafisicamente e logicamente parlando, nell'universo.
[4274,3] Perchè l'esistenza dell'universo fosse prova di
quella di un essere infinito, creatore di esso, bisognerebbe provare che
l'universo fosse infinito, dal che risultasse che solo una potenza infinita
l'avesse potuto creare. La quale infinità dell'universo, nessuna cosa ce la può
nè provare, nè darcela a congetturare probabilmente. E quando poi l'universo
fosse infinito, la infinità sarebbe già nell'universo, non sarebbe più propria
esclusivamente del creatore, di quell'essere unico e perfettissimo; allora
bisognerebbe provare che l'universo non fosse quello che lo credono i panteisti
e gli spinosisti, cioè dio esso medesimo; ovvero, che l'universo essendo
infinito di estensione, non potesse anco essere infinito di tempo, cioè eterno,
stato sempre, e sempre futuro. Nel qual caso non avremmo più bisogno di un altro
ente infinito. Il quale sarebbe sempre ignoto e nascosto: dove che l'universo è
palese
4275 e sensibile. (7. Apr. Sabato di
Passione. 1827. Recanati.). {{Chi vi ha poi detto che esser infinito sia una
perfezione?}}
[4292,1] Il credere l'universo infinito, è un'illusione
ottica: almeno tale è il mio parere. Non dico che possa dimostrarsi
rigorosamente in metafisica, o che si abbiano prove di fatto, che egli non sia
infinito; ma prescindendo dagli argomenti metafisici, io credo che l'analogia
materialmente faccia molto verisimile che la infinità dell'universo non sia che
illusione {naturale} della fantasia. Quando io guardo
il cielo, mi diceva uno, e penso che al di là di que' corpi ch'io veggo, ve ne
sono altri ed altri, il mio pensiero non trova limiti, e la probabilità mi
conduce a credere che sempre vi sieno altri corpi più al di là, ed altri più al
di là. Lo stesso, dico io, accade al fanciullo, o all'ignorante, che guarda
intorno da un'alta torre o montagna, o che si trova in alto mare. Vede un
orizzonte, ma sa che al di là v'è ancor terra o acqua, ed altra più al di là, e
poi altra; e conchiude, o conchiuderebbe volentieri, che la terra o il mare
fosse infinito. Ma come poi si è trovato per esperienza che il globo terracqueo,
il qual pare infinito, e certamente per lungo tempo fu tenuto tale, ha pure i
suoi limiti; così, secondo ogni analogia, si dee credere che la mole intera
dell'universo, l'assemblage di tutti i globi, il qual
ci pare infinito per la stessa causa, cioè perchè non {ne} vediamo i confini e perchè siam lontanissimi dal vederli; ma la
cui vastità del resto non è assoluta ma relativa; abbia in effetto i suoi
termini. - Il fanciullo e il selvaggio giurerebbero, i primitivi avriano
giurato, che la terra, che il mare non hanno confini; e si sarebbono ingannati:
essi credevano ancora, e credono, che le stelle che noi veggiamo non si
potessero contare, cioè fossero infinite di numero. (20. Sett.
1827.)