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Lammie. Presso gli antichi, streghe; presso i nostri del trecento, ninfe ec. ec.

Lamias (Enchantresses). Considered by the ancients witches; by our 14th century writers, nymphs, etc.

2299,2 2703,1

[2299,2]  Lamia era una voce (dal greco, o comune al greco) e significava un'  2300 idea del tutto popolare nella grecia e nel Lazio, anzi popolare per sua natura, in qualunque popolo, e propriamente una di quelle voci e idee che non essendo adoperate mai dagli scrittori se non per ischerzo, o per filosofica riprensione, sono nondimeno tutto giorno in uso nella comune favella, e in questa sordamente si conservano e si perpetuano, come fanno i pregiudizi e le sciocchissime opinioni, e i più puerili errori della più minuta plebaglia, {e} delle ultime femminucce; pregiudizi ec. de' quali in particolare non s'ha notizia fuori di quella tal nazione perchè difficilmente vengono in taglio d'esser mentovati nella scrittura, o nella società, per poco civile che sia. E massimamente se ne perde la notizia, s'essi sono antichi (come appunto delle voci oscene delle quali avranno abbondato le lingue antiche, ne abbondano le moderne, nè però si conoscono da' forestieri.).  2301 Frattanto essi si conservano tradizionalmente di padre in figlio, e si perpetuano più che qualunque altra cosa volgare, e con essi le parole che loro appartengono specificatamente. Di tal natura è l'antichissima e volgarissima voce Lamia, λαμία, e l'idea ch'essa significa. V. il Forcell., i Diz. Greci, il Glossar. e il mio Saggio sugli errori popolari degli antichi.

[2703,1]  La voce popolare bobò che significa presso di noi uno spauracchio de' fanciulli simile al μορμώ ec. dei greci, alle Lammie de' latini ec.  2704 (V. il mio Saggio sugli errori popolari) non è altro che un sostantivo formato dalle due voci bau bau (colla solita mutazione dell'au in o), o piuttosto le stesse due voci sostantivate, e ridotte a significare una persona o spettro che manda fuori quelle voci bau bau. Le quali sono voci antichissime e comuni ai greci che con essi[esse] esprimevano l'abbaiare dei cani, e quindi fecero il verbo βαΰζειν; ai latini che ne fecero nello stesso senso il verbo baubari, e a noi che ne abbiamo fatto baiare e quindi abbaiare (se pur questi verbi non vengono dal suddetto latino), onde il francese antico abaïer e il moderno aboyer de' quali verbi vedi il Dizionario di Richelet. {Vedi anche la pag. 2811-13.} Ma dall'esprimere la voce de' cani, le parole bau bau passarono a significare una voce che spaventasse i fanciulli. {V. la Crusca in Bau.} Quindi il nostro Bobò sostantivo di persona. Presso i francesi bobo è voce {parimente} puerile che significa un petit mal, cioè quello che le nostre balie dicono bua, la qual  2705 voce fu pur delle balie latine, ma con altro significato, cioè con quello che le nostre dicono bumbù, o come ha la Crusca, bombo. V. Forcellini. I Glossari non hanno nulla al proposito. (20. Maggio 1823).

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