Lode di se medesimo.
Praise of oneself.
926,1 1740,1 1932,2Lode di se medesimo, necessaria.
Praise of oneself, necessary.
2429,1[926,1]
Alla p. 872. E
non per altra cagione sono odiose e riputate contrarie alla buona creanza le
lodi di se medesimo, se non perchè offendono l'amor proprio di chi le ascolta. E
perciò la superbia è vizio {nella società,} e perciò
l'umiltà è cara, e stimata virtù. (7. Aprile. 1821.).
[1740,1] Considerate indipendentemente e in se stessa, la
lode di se medesimo. Anche dopo formata una società (giacchè prima non esisteva
l'amor di lode), qual cosa più conforme alla natura, più dolce a chi la
pronunzia, qual cosa a cui lo spirito sia più spontaneamente e potentemente
inclinato, qual cosa meno dannosa a' nostri simili, qual piacere insomma più
innocente, e qual premio più conveniente alla virtù, o all'opinione di lei?
Eppur l'assuefazione ce la fa riguardare come un vizio da cui l'animo ben fatto
naturalmente rifugga, come un desiderio di cui bisogni arrossire (e qual cosa ha
ella in se stessa e per natura, che sia vergognosa?), come contrario al dovere
della modestia, che si suppone innato, e non lo è punto (consideriamo i
fanciulli, i quali tuttavia non appena cominciano a desiderar la lode, che già
sono avvertiti a non darsela da se stessi),
1741 come
ripugnante insomma a un dettame interno, e proibita dalla legge naturale.
[1932,2] La lode di se stesso la quale ho detto pp. 1740-41 non esser
altro che naturalissima all'uomo, e in tanto solo condannata nella società, e
divenuta oggetto di una certa ripugnanza all'individuo (che par naturale e non
è) in quanto l'uomo odia l'altro uomo; è sempre tanto più o meno in uso ec.
quanto la società è più o meno stretta, e la civiltà più
1933 o meno avanzata. Presso gli antichi ella non fu mai così deforme,
nè soggetta al ridicolo come oggi. Esempio di
Cicerone. Oggi la modestia
è tanto più minuziosa e scrupolosa nelle sue leggi quanto la nazione è più
civile e socievole. Quindi in Francia queste leggi sono
nell'apice del rigore, e in francia riescono
intollerabili gli antichi quando si lodano da se come Cic. e Orazio
(v. l'apologia che fa Thomas di Cic. in tal proposito; nell'Essai sur les
Éloges), ed è proibito sotto pena del più gran
ridicolo, a chi scrive e a chi parla il mostrare di far conto di se o delle cose
sue, il parlar di se senza grand'arte, il non affettar disprezzo di se e delle
proprie cose. ec. Questi effetti nelle altre nazioni sono proporzionati al più o
meno di francese che si trova ne' loro costumi, o in quelli de' loro individui.
(La Francia non ha differenza d'individui, essendo tutta
un individuo). I tedeschi
1934 che certo non sono
incivili, pur si vede ne' loro scrittori, che parlano volentieri di se, e danno
a se stessi, alle loro azioni, famiglie, casi, scritti ec. un certo peso, e in
un certo modo che riuscirebbe ridicolo in Francia ec.
(17. Ott. 1821.). {{Similmente possiamo
discorrere degl'italiani.}}
[2429,1]
2429 A voler esser lodato o stimato dagli altri,
bisogna per necessità intuonar sempre altamente e precisamente alle orecchie
loro: io vaglio assai più di voi: acciocchè gli altri dicano: colui vale
alquanto più di noi, o quanto noi. La fama di ciascheduno in qualsivoglia
genere, {o propriamente o almeno metaforicamente
parlando,} è sempre incominciata dalla bocca propria. Se tu fai nel
cospetto di quanta gente tu vuoi, un'azione o una produzione ec. la più degna e
la più lodevole che si possa immaginare; t'inganni a partito se credi che
quell'azione ec. essendo manifestissima, e manifestissimamente lodevolissima,
gli altri debbano aprir la bocca spontaneamente, e cominciare essi a dir bene di
te. Guardano, e tacciono eternamente, se tu non rompi il silenzio, e se non hai
l'arte o il coraggio d'essere il primo a far questo. Ciò massimamente in questi
tempi di perfezionato e purificato egoismo. Chi vuol vivere, si scordi della
modestia. (7. Maggio. 1822.).
Related Themes
Galateo morale. (1827) (3)
Doveri morali. (1827) (2)
Necessità di vantarsi e parlar di se stesso. (danno) (1)
Macchiavellismo di società. (1827) (1)
necessaria. (1827) (1)
Egoismo. (1827) (1)
Memorie della mia vita. (pnr) (1)
Carattere, lingua ec. ec. (1827) (1)
Francesi. (1827) (1)
. (1827) (1)
Odio verso i nostri simili. (1827) (1)
Invidia. (1827) (1)
Fanciulli. (1827) (1)
Superbia. (1827) (1)