Motti, facezie varie, ec. ec.
Quips, various witty remarks, etc.
41,1 43,1 58,1 67,1 71,1 106,3.41.2 185,2 233,1 256,1.2 280,1 334,1 307,1 342,1 474,1 663,1.2 2396,2 4019,4 4137,2 4140,2 4167,9 4172,8.9 4188,8 4286,5[41,1]
41 La prima donna (del teatro, attempata) non vuol
recedere dagli antichi suoi
diritti.
[43,1]
43 Diceva un marito geloso alla moglie: Non {t'}accorgi, Diavolo che sei, {che tu sei} bella come
un Angelo?
[58,1] Disse la Dama: Voi mi avete rappacificata colla
poesia: Godo assai, rispose quegli, d'avere riconciliate
insieme due belle cose.
[67,1]
67
Qualunque domestico entra nella mia famiglia non n'esce mai {finchè non muore,} come potete sentire da quelli che
ci sono stati, diceva un
padrone di casa al nuovo suo cuoco, dopo che due altri se n'erano licenziati
spontaneamente.
[71,1] A un cavallo turco. Oh quanto tu sei meglio degli
uomini del tuo paese.
[185,2] In ordine alle donne, diceva taluno, ho già perdute
due virtù teologali, la fede e la speranza. Resta l'amore, cioè la terza virtù,
della quale per anche non mi posso spogliare, con tutto che non creda nè speri
più niente. Ma presto mi verrà fatto, e allora {finalmente} mi appiglierò alla contrizione. (25. Luglio
1820.).
[233,1]
233 A un gran fautore della monarchia assoluta che
diceva, La costituzione
d'inghilterra è cosa vecchia e adattata ad
altri tempi, e bisognerebbe rimodernarla, rispose uno degli
astanti, È più vecchia la tirannia.
(7. Settembre 1820.).
[280,1] Il suo divertimento era di passeggiare contando le
stelle (e simili). (16. 8.bre 1820.).
[334,1]
334 Non c'è uomo costituito in carica o dignità, il
quale confessi di averla cercata, e non dica o voglia fare intendere d'esserne
stato rivestito spontaneamente, anzi contro sua voglia ec. Gl'incarichi, le
dignità, gli onori, ciascuno li cerca, e nessuno gli ha cercati.
[307,1] È un curioso andamento degli studi umani, che i geni
più sublimi liberi e irregolari, quando hanno acquistato fama stabile e
universale, diventino classici, cioè i
loro scritti entrino nel numero dei libri elementari, e si mettano in mano de'
fanciulli, come i trattati più secchi e regolari delle cognizioni esatte.
[342,1] Il lavoro della terra era la principal fatica e
occupazione destinata all'uomo. Ora è curioso l'osservare che la parte più
oziosa della società è appunto quella la cui sostanza consiste in terre.
[474,1]
474 Di un francese di nazione o di costume, ch'a ogni
tratto si buttava in ginocchio avanti alle donne. Se raccontava loro, poniamo
caso, una storietta galante, o una nuova di gazzetta, e quelle non ci credevano,
per dimostrazione, {per supplicarle a credere, come per
impetrar fede o credenza,} si buttava in ginocchio. (5. Gen.
1821.).
[2396,2] Domandato se credesse che la morte d'alcuno fosse
stata pianta da vero, affermò, portando per esempio quella di Bartolommeo
Cacciavolpe, ch'era vissuto
2397 di beni
d'usufrutto, e di pensioni (assegnamenti) a vita, e morto pieno di debiti.
(25. Marzo dì dell'Annunziata. 1822.).
[4019,4] Passava un pescivendolo, con un paniere di pesci sul
capo, vicino a un filare d'alberi che costeggiava la sua strada, e da un ramo
d'olmo che sporgeva in fuori, fugli infilzato un pesce. Piscium et summa
genus haesit ulmo.
*
Ecco rinovato questo prodigio,
o dimostrato possibile questo impossibile, di cui vedi Archiloco appo Stobeo nel capitolo della
speranza. (20. Gen. 1824.).
[4137,2]
Una corona d'oro,
che, secondo una tradizione degli Ungheri era discesa dal cielo, e che
conferiva a chi la portava un diritto incontrastabile al trono.
*
Robertson
Stor. del regno dell'Imp. Carlo V.
lib. 10. traduzione ital. dal franc. Colonia 1788. t.
5. p. 440. Ecco pur finalmente il vero fondamento dei diritti al trono
e della legittimità di tutti i Sovrani antichi e moderni. Esso consiste nella
corona che portano. E chiunque la toglie loro e se la può mettere in capo,
sottentra ipso facto nella pienezza dei loro diritti e legittimità. (3.
Mag. 1825.).
[4140,2] Tanto è necessaria l'arte nel viver con gli uomini
che anche la sincerità e la schiettezza conviene usarla seco loro con artificio.
(Milano. 22. Sett. 1825.)
[4167,9] Riferisce Cicerone
de Divinat. un
detto di Catone che egli si
maravigliava come l'uno aruspice scontrandosi coll'altro si tenesse dal ridere.
Applichisi questo detto ai Principi nei loro congressi, e massimamente in quelli
degli ultimi tempi. (Bologna. 6. Marzo.
1826.).
[4188,8]
Propterea dicebat
Bion μὴ δυνατòν εἶναι τοῖς
πολλοῖς ἀρέσκειν, εἰ μὴ πλακoῦντα γενóμενον ἢ Θάσιον: non posse aliquem
vulgo omnibus placere, nisi placenta fieret aut vinum Τhasium.
*
Casaub.
ad Athenae. l. 3. c. 29.
(Bologna. 17. Luglio. 1826.).
[4286,5] Uno che costretto dai debiti, aveva venduto per
cinquantamila scudi il suo patrimonio, non volendo dire di aver venduto, diceva
(e certo con altrettanta verità) di aver comperato cinquantamila scudi.
(Firenze. 19. Luglio. 1827.).
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