[1840,1] Non sarebbe fischiato oggidì, non dico in
Francia, ma in qualunque parte del mondo civile, un
poeta, un romanziere ec. che togliesse per argomento la pederastia, o
l'introducesse in qualunque modo; anzi chiunque in una scrittura alquanto nobile
s'ardisse di pur nominarla senza perifrasi? Ora la più polita nazione del mondo,
la Grecia, l'introduceva nella sua mitologia (Ganimede), scriveva elegantissime
poesie su questo soggetto, donna a donna (Saffo), uomo a giovane (Anacreonte) ec. ec. ne faceva argomento di dispute o trattati
rettorici o filosofici (1. ep. greca di Frontone), ne parlava nelle più nobili
storie colla stessissima disinvoltura, con cui si parla degli amori tra uomo e
donna ec. {+Anzi si può dir che tutta la
poesia, la filosofia e la filologia erotica greca versasse
principalmente sulla pederastia, essendo presso i greci troppo volgare e
creduto troppo sensuale, basso, triviale, indegno della poesia ec.
l'amor delle donne, appunto perchè naturale. V. il Fedro, il Convito di Plat.
gli Amori di Luciano ec. Il
vantato amor platonico (sì sublimemente espresso nel
Fedro) non è che pederastia. Tutti i sentimenti
nobili che l'amore inspirava ai greci, tutto il sentimentale loro in
amore, sia nel fatto sia negli scritti, non appartiene ad altro che alla
pederastia, e negli scritti di donne (come nella famosa ode o frammento di Saffo ϕαίνεται ec.) all'amor di
donna verso donna. Basta conoscere un sol tantino la letteratura greca
da Anacr. ai romanzieri, per
non dubitar di questo, come alcuni hanno fatto. (epist. di Filostrato, [Epistolae]
Aristeneto
ec.)} E Virgilio il più circospetto non solo degli antichi poeti, ma di tutti
i poeti, e forse scrittori; certo il più polito ed elegante di quanti mai
scrissero; intendente, gelosissimo, e
1841 modello di
finezza, e d'ogni squisitezza di coltura, in un tempo ec. ec. ridusse {ed applicò} all'infame pederastia il sentimento, e ne
fece il soggetto di una storietta sentimentale
nel suo Niso ed Eurialo. (4. Ott.
1821.).
[1841,1]
Alla p. 1831
principio. V. il pensiero
precedente, e nota che forse all'esuberanza di vita si può attribuire
la grande universalità della pederastia nella grecia, e
in oriente (dove credo che questo vizio ancor domini),
mentre fra noi bisogna convenire che questo è un vizio antinaturale,
un'inclinazione che il solo eccesso di libidine snaturante i gusti e
l'inclinazioni degli uomini, può produrre. Così discorrete degli antichi (certo
esuberanti di vita) rispetto ai moderni. (4. Ott. 1821.).
[4047,1] Alle altre barbarie umane da me altrove notate pp.
1840-41
pp.
2387-88
pp. 3638-43
pp. 3795. sgg.
pp. 3909. sgg.
pp.
3961-62 si aggiunga la pederastia, snaturatezza infame che fu pure ed
è comunissima in Oriente (per non dir altro) e non fu solo propria de' barbari
ma di tutta una nazione così civile come la greca, e per tanto tempo (lasciando
i romani), e sì propria che sempre che i greci scrivono d'amore in verso o in
prosa, intendono (eccetto ben rade volte) di parlar di questo siffatto, voluto
fino ridurre in sentimentale da Platone massimamente, nel Convivio e più nel Fedro, e
altrove, e da Senofonte poi nel Convivio. E Saffo con tanta tenerezza canta la sua innamorata. Quanto noccia
questo infame vizio alla società ed alla moltiplicazione del genere umano, è
manifesto ec. ec. Aggiungansi similmente gli spettacoli de' gladiatori, e
l'altre barbarie romane ec. ec. (15. Marzo. 1824.).
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