3. Ott. 1821.
[1830,1]
Alla p. 1824.
Non nego che questi effetti non possano anche derivare dal contrario
dell'indifferenza, cioè da una soprabbondanza di vita, di passione, di attività
nell'animo umano, quale si trova ne' meridionali, e massime negli orientali. In
oriente in fatti sono assai comuni le poesie, le
favole, le invenzioni, dove i protagonisti, o quelli per cui si pretende
d'interessare, sono animali, piante, nuvole, monti, {+divinità o enti favolosi e ideali, uomini in gran parte
diversi da quelli che sono ec.} ec. E
dall'oriente vennero col Cristianesimo le prime
tracce, anzi quasi l'intero sistema dell'amore universale. Presso noi però, e
1831 a' nostri tempi è certo che i detti effetti
non nascono se non dall'indifferenza: e il contrario di questa faceva che la
mitologia greca trasmutasse in uomini tutti gli oggetti della natura; e che gli
antichi amassero sommamente la loro patria, e odiassero gli stranieri. {{V. p. 1841.}}
[1831,1] È notabile come cagioni dirittamente contrarie
producano gli stessi effetti, e come la soprabbondanza di vita negli orientali,
ravvicini la loro poesia, i loro pensieri, la loro filosofia, e buona parte
della loro indole a quella de' settentrionali. Ond'è che la poesia orientale
disprezzata nel mezzogiorno d'Europa fa fortuna nel Nord,
e le fantasie del gelato {e buio} settentrione,
rassomigliano assai più a quelle del più fervido {e
brillante}
mezzogiorno, che de' climi temperati. (3. Ott.
1821.). {{Vedi la p. 1859. fine.}}