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Uomini grandi. Perchè stimati tali il più delle volte.

Great men. Why they are esteemed such most of the time.

3347,13447,1

Nascer grand'uomo è sventura oggidì, era fortuna in antico.

Being born great is a misfortune nowadays, but was a fortune in antiquity.

2583,1

Uomini grandi. Oggi sparutissimi; non così anticamente.

Great men. Today are rather haggard, not so in antiquity.

207,12 598,4

[3447,1]  Gli uomini straordinari, bene spesso e forse il più delle volte, non son tali per grandezza assoluta di niuna loro qualità, nè anche per grandezza o forza ec. di essa qualità considerata rispettivamente a quel ch'ella suol essere nel comune degli uomini; insomma non sono straordinarii perchè veruna lor qualità sia straordinaria (cioè non si trovi nel comune), nè straordinariamente grande o perfetta ec.; ma solo per lo squilibrio delle loro qualità, cioè perchè l'una o più d'una di esse, senza esser nè straordinaria, nè maggior ch'ella soglia, prepondera all'altre, e perciò risalta e dà negli occhi. Mentre molti uomini  3448 di qualità tutte grandi, {#1. (ed anche straordinarie),} ma ben tra loro equilibrate, bilanciate e compensate, sicchè l'una non eccede l'altra, non sono stimati straordinarii, perchè l'una offusca lo splendore e nuoce alla vista dell'altra scambievolmente. E spesse volte lo stesso avere, benchè non tutte, però molte o parecchie qualità grandi, {#2. (ed anche straordinarie),} producendo un certo equilibrio e contrappeso, e facendo che l'una di loro renda l'altra meno notabile, è cagione che l'uomo non paia straordinario. Ed all'opposto l'averne poche o una sola che sia o straordinariamente grande o straordinaria, producendo uno squilibrio e sbilancio, non solo non nuoce alla riputazione {+d'uomo straordinario,} nè la rende minore, ma la produce e l'accresce. (16. Sett. 1823.).

[2583,1]  Adesso chi nasce grande, nasce infelice. Non così anticamente, quando il mondo abbondava e di pascolo (cioè di spettacolo e trattenimento), e di esercizio, e di fini, e di premi all'anime grandi. Anzi a quei tempi era fortuna il nascer grande come oggi il nascer nobile e ricco. Perocchè siccome nella monarchia quelli che nascono di grande e ricca famiglia, ricevono le dignità, gli onori, le cariche dalla mano dell'ostetrice (per servirmi di un'espressione di Frontone), {ad Ver.[Verum] l. 2. ep. 4. p. 121.} così nè più nè meno accadeva anticamente ai grandi e magnanimi {e valorosi} ingegni. I quali nelle circostanze, nell'attività e nell'immensa vita di quei tempi, non potevano mancare di svilupparsi, coltivarsi e formarsi; e sviluppati, formati e coltivati non potevano mancar di prevalere e primeggiare; come oggidì possono esser certi di tutto il contrario.  2584 Lascio che quanto gli animi erano più grandi, tanto meglio erano disposti a godere della vita, la quale in quei tempi non mancava, e di tanto maggior vita erano capaci, e quindi di tanto maggior godimento; e perciò ancora era da riputarsi a vera fortuna e privilegio della natura il nascer grand'uomo, e s'aveva a considerare come un effettivo e realizzabilissimo mezzo di felicità: all'opposto di quello che oggi interviene. (26. Luglio, dì di S. Anna. 1822.).

[207,2]  Oggidì è cosa molto ordinaria che un uomo veramente singolare e grande si distingua al di fuori per un volto o un occhio assai vivo, ma del resto per un corpo esilissimo e sparutissimo, e anche difettoso. Pope, Canova, Voltaire, {+Descartes, Pascal.} Tant'è: la grandezza appartenente all'ingegno non si può ottenere oggidì senza una continua azione logoratrice dell'anima sopra il corpo, della lama sopra il fodero. Non così anticamente, dove il genio e la grandezza era più naturale e spontanea, e con meno ostacoli a svilupparsi, oltre la minor forza della distruttrice cognizione del vero inseparabile oggidì dai grandi talenti, e il maggior esercizio del corpo riputato cosa nobile e necessaria, e come tale usato anche dalle persone di gran genio, come Socrate ec. E Chilone {uno de' sette savi} non credeva alieno dalla sapienza il consigliare come faceva, εὖ τὸ σῶμα ἀσκεῖν * (Laerz.), {e questo consiglio si trova registrato fra i documenti della sua sapienza.} In particolare poi quanto alla politica, oggidì l'uomo di stato si può dir che sia come l'uomo di lettere, sempre occupato alle insaluberrime fatiche del gabinetto. Ma nelle antiche repubbliche chi aspirava agli affari civili, e nella sua giovanezza fortificava necessariamente il corpo cogli esercizi la milizia ec. senza i quali sarebbe stato quasi infame; e lo stesso esercizio della politica era pieno di azione corporale, trattandosi di agire col popolo, clienti, impegni ec. ec. Così {anche} la vita di qualunque {altro} uomo di genio era sempre piena di azione nell'esercizio stesso delle sue facoltà.  208 Esempio ne può essere Omero, secondo quello che si racconta della sua vita, viaggi ec. {+Di Cicerone che tanto incredibilmente affaticò la mente e la penna, e che nacque di quell'ingegno e natura unica che ognun sa, niun dice che fosse di corpo, non che infermiccio, ma gracile, le quali qualità oggi s'hanno per segni caratteristici, e condizioni indispensabili de' talenti non pur sommi ma notabili, e massime di chi avesse coltivato e occupato tanto la mente negli studi letterari e nello scrivere, come Cic. anzi per una metà. Quel che dico di Cic. può dirsi di Platone, e di quasi tutti i grandissimi ingegni e laboriorissimi[laboriosissimi] letterati e scrittori antichi. V. però Plutarco Vita di Cic.} (11. Agosto 1820.) {{V. p. 233. capoverso 3..}}

[598,4]  At populo Romano nunquam ea copia fuit * , (praeclari ingenii scriptorum) quia prudentissimus quisque * (cioè, ceux qui avaient le plus de lumières, * Dureau-Delamalle, qual più saggio vi era, Alfieri) negotiosus maxume erat: ingenium nemo sine corpore exercebat * : (luogo degno di essere riportato qualunque volta io discorrerò di questa materia) optimus quisque facere quam dicere,  599 sua ab aliis benefacta laudari, quam ipse aliorum narrare, malebat * . Sallustio, Bell. Catilinar. c. 8. fine.